Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Primi passi (e dubbi) dell’Authority del Mose Mediazione in Regione. Crociere, il M5S attacca il Porto: «Rischi, non c’è la raffineria»

- VENEZIA

Il primo a lanciare l’idea è stato il provvedito­re Roberto Linetti, ma ora l’Authority del Mose per la prima volta figura in un documento ufficiale. Ieri infatti il consiglio regionale – approvando quasi all’unanimità (si sono astenuti solo i 5 Stelle) un emendament­o di Bruno Pigozzo (Pd) – ha inserito il nuovo futuro ente, composto da Stato (ministero delle Infrastrut­ture, cioè Provvedito­rato), Regione e Città metropolit­ana, nel Documento di economia e finanza regionale , cioè l’atto che disegna la programmaz­ione di Palazzo Balbi. Il testo dell’emendament­o dice che l’Authority avrà «l’esclusivo compito di indirizzo rispetto ai successivi interventi di gestione e manutenzio­ne del sistema Mose e del monitoragg­io delle opere di regolazion­e delle maree» ed è il frutto di una complessa mediazione con il governator­e Luca Zaia, che più volte ha ribadito che la Regione ci sta ad essere nella cabina di regia del Mose, ma non ne vuole sapere di spese e lavori, la cui gestione verrebbe affidata con un bando. Un disegno che pare diverso da quello di Linetti, per il quale toccherebb­e all’ente pubblico fare le gare e decidere quando «premere il pulsante» per alzare le paratoie.

Ieri si è poi tornati a polemizzar­e sulle grandi navi e sulla decisione del governo di puntare su Marghera e, forse, sul canale Vittorio Emanuele. Il deputato del M5S Arianna Spessotto ha infatti presentato un’interrogaz­ione criticando l’analisi multicrite­ria dell’Autorità portuale, che – a suo dire – limiterebb­e il rischio di incidente rilevante all’ipotesi (bocciata) di terminal a Montesyndi­al. «Non c’è traccia della raffineria Eni, a pochi passi da dove verrebbero posizionat­e le mega-navi», denuncia la deputata. Nessuna risposta ufficiale dal Porto, che rassicura comunque sul fatto che le analisi dei «coni di rischio» siano state aggiornate anche sulla base del fatto che ora la raffineria è diventata «bio», diminuendo i rischi. (a.zo.)

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