Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Poliziotti sull’altare: lezioni anti truffa
Mestre, iniziativa del Patriarcato sabato e domenica dopo le messe per aiutare gli anziani
A volte al telefono si fingono avvocati che chiedono soldi per la «cauzione» che libererà il figlio. Altre si travestono da poliziotti o carabinieri per riscuotere denaro e gioielli. I maghi delle truffe agli anziani sono sempre di più e sempre più astuti. Per questo la polizia ha deciso di partecipare alle messe domenicali: i poliziotti saliranno sugli altari alla fine delle funzioni per spiegare agli anziani come difendersi dai raggiri più comuni e come comportarsi.
A volte al telefono si fingono avvocati che chiedono soldi per la «cauzione» che libererà il figlio. Altre si travestono da poliziotti o carabinieri per riscuotere denaro e gioielli. Altre ancora si avvicinano per un saluto affettuoso o un abbraccio e ne approfittano per rubare la collana. I maghi delle truffe agli anziani sono sempre di più e, soprattutto, sempre più astuti.
Per questo il Patriarcato in collaborazione con la Questura ha deciso di far partecipare alle messe domenicali i poliziotti per avviare una nuova campagna di sensibilizzazione. Una presenza davvero anomala quella degli agenti che saliranno sull’altare alla fine della celebrazione per spiegare quali sono i tipi di raggiro più diffusi e come difendersi, ma necessaria.
Anche perché ormai i truffatori architettano imbrogli nei quali è difficile non cadere. Ne è prova il raggiro messo a segno qualche giorno fa a Mestre ai danni di una 92enne e la sua badante che hanno consegnato cinquemila euro ad uno sconosciuto.
Intorno alle 11 del mattino è arrivata la prima telefonata al telefono fisso. «Sono l’avvocato Russo, sua figlia e i suoi nipoti hanno avuto un incidente, servono soldi per le spese mediche», si è sentita dire la signora che poi ha riattaccato. La badante, insospettita, dal suo cellulare ha chiamato la figlia dell’anziana che ha negato l’incidente. Perciò l’assistente della pensionata ha raggiunto il telefono fisso e ha composto il 113. Credeva di parlare con la polizia e, invece, il falso avvocato era rimasto in linea e si è finto un agente. Lo stesso uomo alto un metro e sessanta, con gli occhiali, che poco dopo si è presentato per riscuotere la somma.
Non sono state le uniche a essere state truffate di recente. Un mese fa, a Mestre, altri tre anziani erano stati raggirati nello stesso giorno con modalità simili. Segno che le campagne di sensibilizzazione già in atto non bastano. Perciò la Questura e il Patriarcato di Venezia hanno deciso di dare il via a una nuova iniziativa che partirà da domani a domenica. In queste ore saranno decise le prime chiese in cui ci saranno gli agenti e verranno scelti gli orari delle messe alle quali partecipano molti anziani.
Ai parroci dei vicariati di Mestre, Carpenedo, Favaro-Altino, Castellana, Marghera e Riviera ieri il vicario episcopale don Danilo Barlese ha trasmesso una comunicazione con alcuni consigli che potrà essere pubblicata sui bollettini parrocchiali o affissa nelle bacheche in chiesa o, ancora, trasmessa alle associazioni di volontariato.
A volte capita anche che i truffatori si presentino come funzionari del Comune o rappresentanti di associazioni. E cadere nel tranello è facile. Lo dimostrano i dati a disposizione del Comune di Venezia, che qualche anno fa ha istituito un fondo. Una sorta di rimborso per le vittime. «Nel 2017 abbiamo ricevuto 200 domande di rimborso – spiega l’assessore alle politiche sociali Simone Venturini - Grazie al progetto “Ocio al tacuìn” abbiamo potuto organizzare, quest’anno, 66 eventi in tutto il Comune».
I rimborsi sono di tre tipi: fino a 500 euro per lo scippo o la rapina della pensione dopo il prelievo; fino a 100 euro per lo scippo normale e fino a 500 per le truffe. Per potervi accedere è necessario presentare denuncia. Circa il 60 per cento delle domande di rimborso viene approvato.