Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
La rivoluzione dei cestini e porta-avanzi nei ristoranti «Così diminuiremo i rifiuti»
Piano per tagliare e spostare 868 postazioni. Pressing sui take-away
Probabilmente pochi se ne sono accorti ma in campo San Bortolomio i cestini dei rifiuti sono spariti. La vera notizia è che, assicura Veritas, anche lo sporco è diminuito sensibilmente, soprattutto nei giorni di picco negli arrivi dei turisti. «A Rialto, quest’estate, eravamo arrivati a cambiare i sacchetti ogni 26 minuti», ha spiegato ieri, a margine dell’inaugurazione del Museo dell’acqua di Veritas, l’ad Andrea Razzini. Anche a San Giacometto è in corso lo stesso test e sembrerebbe dare gli stessi risultati.
Le foto dei cestini rigurgitanti di ogni tipo di rifiuto turistico sono uno dei tormentoni estivi dei social, lamento perenne dei veneziani. Per questo non è passato inosservato l’annuncio fatto in commissione Bilancio dell’assessore all’Ambiente Massimiliano De Martin: «Stiamo studiando una riorganizzazione dei cestini». In realtà l’operazione è già partita e non si limita a togliere qualche elemento nelle zone calde della città. «Stiamo pensando a nuovi percorsi - ha detto ieri il sindaco Luigi Brugnaro - per “scaricare” l’area marciana, la risistemazione dei cestini fa parte in qualche modo della gestione dei flussi turistici».
Nessuno si preoccupi, i cestini non saranno aboliti come in montagna (per spingere i visitatori a tenersi le immondizie nello zaino o in borsa). «Abbiamo rilevato — ha detto De Martin - che più cestini ci sono più sporco c’è e che ci sono zone ad alta densità come piazzale Roma e Tolentini dove spesso sono vuoti - ha detto - l’idea è di togliere i cestini e anche ridistribuirli».
Non sono pensieri a ruota libera, frutto del confronto in commissione, sollecitato dalla proposta della consigliera dem Monica Sambo di introdurre l’operazione «adotta un cestino», ossia la creazione di punti di raccolta delle immondizie nei pubblici esercizi e take away, tenuti sotto controllo dai negozianti stessi.
L’amministrazione sta davvero mettendo mano al complesso sistema di organizzazione degli 868 raccoglitori del centro storico. E non sarà facile, ci vorrà almeno un anno. D’altronde, a Venezia servono permessi per tutto, cestini compresi. «È necessario il via libera della soprintendenza», ha sottolineato Razzini. Cambieranno le postazioni sì, ma anche le forme e le tipologie che devono essere sottoposte al vaglio dei tutori dei beni monumentali e poi serve anche l’intesa con i residenti, per evitare le «rivolte».
Quello che il Comune si appresta a fare, ossia rivedere la disposizione, diminuendo in alcune aree o addirittura eliminando i raccoglitori, potrebbe rivelarsi un’impresa. Nel ripensare la disposizione, la forma e il numero dei cestini (quelli rettangolari sembrerebbero, per gli esperti, poco efficaci a ridurre le immondizie) sono in corso anche valutazioni di altro genere. «Stiamo studiando, ad esempio, come spingere le pizzerie da asporto a ritornare alle vecchie salviette per distribuire i tranci di pizza ed eliminare il cartone», hanno spiegato i tecnici comunali in commissione. Veritas, di contro, per ridurre le immondizie nei locali, vorrebbe introdurre il «doggy bag», il cartoccio con gli avanzi da portare a casa dopo il pranzo o la cena al ristorante. «Un po’ alla volta cerchiamo di riequilibrare i pesi in base alle necessità, prima di tutto vengono i cittadini e chi lavora - ha detto ieri Brugnaro - per questo, è stato importante non aumentare le tariffe dei rifiuti per loro, utilizzando legittimi guadagni che fanno i privati sul turismo». Si riferisce alla Tari, aumentata per le locazioni turistiche in base ai posti letto che offrono. «Una scelta equa che condividiamo», il commento di Giuliano Marchi, presidente di Confedilizia. «Va tutto insieme, la riduzione dei rifiuti, la ricerca del software adatto per contare le presenze in area marciana, il sistema per contingentare i lancioni - ha concluso il sindaco l’obiettivo è gestire meglio flussi e città, restando accoglienti».