Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Incendio alla ditta rifiuti arrestato ex dipendente «Vendetta per mobbing»
Il fumo e le fiamme, all’alba di quella domenica mattina, avevano distrutto metà del capannone della Femar di Caorle, ditta di recupero e trasporto rifiuti. Era il 25 settembre del 2016 e gli inquirenti non escludevano il coinvolgimento della criminalità. Ora però i carabinieri hanno scoperto che dietro l’incendio di oltre un anno fa alla ditta di Caorle, ci sarebbe la mano di un ex dipendente, residente a Mestre e pugliese di nascita, che si voleva vendicare. E ieri mattina, su ordine del gip di Pordenone Monica Biasutti, l’uomo è stato arrestato e portato nel carcere di Santa Maria Maggiore. Oggi sarà interrogato a Venezia, affiancato dal suo avvocato Stefania Pattarello.
A mettere i carabinieri sulla pista dell’ex dipendente sarebbero stati i rapporti tesi con la proprietà negli ultimi anni. L’uomo era stato licenziato per giusta causa qualche tempo fa, ma il giudice del lavoro ha costretto l’azienda a reintegrarlo e da quel punto in poi sarebbe iniziata una forma di mobbing nei suoi confronti, fino all’addio. Inoltre il suo cellulare proprio quella notte aveva agganciato le celle di Caorle, nonostante lui viva a Mestre, anche se la giustificazione è che fosse lì da un’amica. A quel punto i carabinieri gli hanno anche messo delle cimici in auto e l’hanno infine sentito mentre chiedeva a un’altra persona (che sarebbe il complice, ma nel frattempo è deceduto) se quella sera avesse avuto i guanti. Di qui la richiesta di arresto. (a. zo.)