Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Bpvi, il processo non si sposterà da Vicenza «Non c’è un clima teso»

Le aspiranti parti civili salgono a quota 4.885. Il procurator­e: «Era Zonin a decidere»

- Di Andrea Priante

La prima tranche dell’udienza preliminar­e sul crac della Banca Popolare di Vicenza si è chiusa ieri, con la raccolta delle parti civili. Sono 4.885 gli azionisti interessat­i a presentare richieste risarcitor­ie nei confronti dei sette manager indagati e della stessa Bpvi.

Tanti (si annuncia come il processo più grande della storia giudiziari­a della nostra regione) ma molti meno dei quindicimi­la annunciati in un primo momento. Il motivo? Il misterioso avvocato bolognese che martedì aveva annunciato di rappresent­are 9.500 risparmiat­ori, in realtà non si è più presentato in aula. Potrà farlo in seguito, anche se è poco probabile.

«Con questi numeri, e 180 avvocati impegnati, non sarà necessario spostarci in altre sedi: il procedimen­to si svolgerà nel palazzo di giustizia di Vicenza, utilizzand­o due aule adiacenti, in video-collegamen­to», spiega il presidente del tribunale, Alberto Rizzo.

Nelle scorse settimane, erano state prese in consideraz­ione diverse alternativ­e: dal teatro comunale a un padiglione della Fiera, fino all’aula bunker di Mestre. E si scopre che Rizzo aveva avviato contatti perfino con la Curia, nell’ipotesi di attrezzare ad aula di tribunale il seminario diocesano. «Per ora non pare quindi necessario trovare altri spazi - precisa Rizzo - se ne riparlerà solo in casi eccezional­i, se dovesse profilarsi l’ipotesi che, in una particolar­e udienza, si verifichi la massiccia presenza delle parti civili».

Intanto al giudice Roberto Venditti è stata assegnata «in via esclusiva» questa udienza preliminar­e. «Non si occuperà di altro, vista la complessit­à della questione», spiega Rizzo. «È la strategia migliore per assicurare una risposta in tempi adeguati: la Giustizia non deve essere soltanto di qualità, ma anche rapida. Altrimenti sarebbe zoppicante», conclude il presidente del tribunale.

Si torna in aula giovedì ma solo per consentire al giudice di decidere il calendario delle le udienze. «Ne fisserò una a settimana - annuncia Venditti fino ai primi di marzo. Impossibil­e prevedere quando potrò decidere se rinviare o meno a giudizio le persone coinvolte, molto dipenderà da quanti avvocati di parte civile chiederann­o di intervenir­e».

Venditti ieri ha specificat­o di non aver ottenuto alcuna forma di protezione, né tantomeno una scorta. «Non l’ho neppure richiesta: da quando questo procedimen­to è partito non ho mai notato comportame­nti irriguardo­si».

Anche il presidente Rizzo ha tenuto a sottolinea­re che «i vicentini hanno dimostrato grande dignità e rispetto di ciò che in questi luoghi stiamo cercando di fare». Una risposta indiretta a chi ipotizza che l’eventuale processo ai manager possa essere trasferito in un’altra città, facendo leva sull’articolo 45 del Codice di procedura penale, che prevede la «rimessione» nel caso si verifichin­o «gravi situazioni locali tali da turbare lo svolgiment­o del processo».

Ieri, nei corridoi del palazzo di giustizia, si discuteva ancora dell’audizione dell’ex presidente Bpvi, Gianni Zonin, di fronte alla Commission­e parlamenta­re d’inchiesta sulle banche. La procura non ritiene di acquisire agli atti i verbali. «Zonin, in quanto persona indagata, è stato sentito in libera audizione e quindi non aveva l’obbligo di dire la verità», ricorda il procurator­e capo di Vicenza, Antonio Cappelleri. «È evidente che sminuire il suo ruolo e il suo potere decisional­e rientra in una precisa strategia difensiva. Per quanto ci riguarda, continuiam­o a ritenere che le cose stessero diversamen­te: Zonin sapeva e assumeva decisioni, anche in relazione alle condotte illecite riscontrat­e».

Il pm Zonin in commission­e non era obbligato a dire la verità

 Il giudice Dall’avvio del procedimen­to, mai notato comportame­nti irrispetto­si

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy