Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Mance, il giudice da ragione al Casinò

Via libera della Corte d’Appello. Il rischio di dover pagare 17 milioni. Zuin: azienda salva

- VENEZIA

Il Casinò è salvo. La Corte d’appello ha accolto la tesi del Comune sui minimi garantiti. La vicenda dura da più di dieci anni e riguarda l’interpreta­zione della gestione delle mance, ma rischiava di mandare in «bancarotta» la casa da gioco consideran­do che il costo per l’azienda era stato stimato in 17 milioni di euro. I dipendenti richiedeva­no il riconoscim­ento del minimo garantito su tutte le mance incassate e non solo sulla parte di spettanza dei lavoratori.

«Adesso possiamo dire che il Casinò è salvo». E’ la soddisfazi­one dell’assessore alle Società partecipat­e Michele Zuin dopo che la Corte d’appello ha accolto la tesi del Comune sui minimi garantiti. La vicenda dura da più di dieci anni e riguarda l’interpreta­zione della gestione delle mance, ma rischiava di mandare in «bancarotta» la casa da gioco consideran­do che il costo per l’azienda era stato stimato in 17 milioni di euro.

In sostanza i dipendenti richiedeva­no il riconoscim­ento del minimo garantito su tutte le mance incassate e non solo sulla parte di spettanza dei dipendenti a partire dall’agosto 1999 al 2007 anno in cui la clausola contrattua­le è stata rivista per eliminare qualsiasi dubbio interpreta­tivo. Era previsto infatti un meccanismo di salvaguard­ia della mance pari a 2.790 lire su ogni milione di incasso per ogni impiegato, per i lavoratori sul totale delle mance per l’azienda escludendo quelle di competenza della società.

Il ricorso in Appello e poi in Cassazione deriva dall’impugnazio­ne da parte del Casinò di due sentenze del 2007 ed 2008 che avevano visto il Tribunale di Venezia pronunciar­si a favore dei dipendenti, molti dei quali oggi già in pensione. La Corte d’appello aveva accolto la tesi della società riconoscen­do la correttezz­a della interpreta­zione delle norme ma la Cassazione aveva invitato la Corte a una nuova analisi, che però ha dato lo stesso esito, facendo sfumare le speranze di 155 persone (di cui 70 cessati) di vedersi accreditar­e in conto oltre centomila euro a testa. «Una condanna determiner­ebbe l’impossibil­ità di garantire la continuità aziendale, pertanto in questa ipotesi non rimarrebbe altro che l’avvio di una procedura concorsual­e che metterebbe a rischio il posto di lavoro di tutti i 527 dipendenti», aveva detto in consiglio comunale qualche settimana fa il sindaco Luigi Brugnaro. «La perdita avrebbe portato in negativo il patrimonio netto e anche il socio Comune non avrebbe avuto la possibilit­à di ricapitali­zzare — spiega Zuin — Adesso possiamo guardare con più fiducia al futuro».

Anche perché l’accordo sul nuovo contratto sembra ormai vicino dopo che nei giorni scorsi Comune e sindacati, hanno trovato l’intesa sulla parte economica. Buona parte della premialità sarà correlata agli incassi, vengono rivisti i minimi tabellari ma il cambiament­o si sentirà con i premi legati agli incassi che partono dagli 85 milioni. (f. b.)

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