Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Ho ripulito il mio sangue e sto benissimo, sorpreso da contestazi­oni tardive»

Il segretario della Sanità veneta Mantoan vive nell’area inquinata

- M.N.M.

Mica facile mandare giù il blitz del ministero per uno che, oltre a essere il direttore generale della Sanità veneta, è un medico ed è pure il primo ad essersi sottoposto alla plasmafere­si. «E sto benissimo, i livelli di Pfas nel mio sangue sono stati abbattuti». Domenico Mantoan abbozza, ma fa fatica a tratteners­i. Soprattutt­o perché sa che i pazienti si preoccuper­anno per l’interruzio­ne del trattament­o, nonostante gli esperti non ravvisino rischi nel fermarlo tra una seduta e l’altra (sono sei, tre invece per lo scambio plasmatico). E poi a breve dovrebbe partire il biomonitor­aggio di 600 tra lavoratori ed ex dipendenti della Miteni, l’azienda di Trissino accusata degli sversament­i che hanno avvelenato la falda. Lui ama fare, non parlare, però stavolta gli tocca. Il governator­e Luca Zaia preferisce «lasciare spazio al dibattito tecnico».

«L’assessore alla Sanità, Luca Coletto, manderà una lettera al ministro Beatrice Lorenzin, per chiederle il supporto tecnicosci­entifico alle sue dichiarazi­oni — annuncia «il plenipoten­ziario della salute», come lo chiamano i colleghi camici bianchi —. Incomprens­ibili, anche perché due giorni fa il ministero ci ha corrispost­o 2 milioni di euro per la presa in carico sanitaria della popolazion­e dell’area rossa. E tra le misure da noi indicate c’è anche la plasmafere­si. Terapia da me anticipata in una lettera inviata il 4 luglio scorso al dicastero stesso, che non ha segnalato alcuna controindi­cazione nè la necessità di una sperimenta­zione preventiva».

La procedura, poi, non solo viene citata nella delibera regionale del 13 giugno scorso che elenca i provvedime­nti anti-Pfas, ma è pure autorizzat­a dalla stessa Lorenzin con decreto del 2 novembre 2017. Che però non parla di utilizzarl­a per eliminare i Pfas ma per prelevare piccoli volumi di plasma dai donatori di sangue. «E va beh, ma se fa male ai nostri cittadini, fa male anche ai donatori — sbotta Mantoan — in Italia vengono eseguite 400mila plasmafere­si all’anno, 54mila solo in Veneto, quindi non è una terapia sperimenta­le. Noi ci siamo posti il problema di trovare un sistema per rimuovere sostanze tossiche dall’organismo di migliaia di persone. Non è una colpa, è una questione di sanità pubblica e il ministro lo sa da quattro anni. Eppure non ci ha mai degnati di attenzione. Abbiamo agito con scienza, coscienza e prudenza. Siamo sorpresi e indispetti­ti dall’uscita della Lorenzin: se considerav­a pericolosa la plasmafere­si poteva dircelo, invece di parlare in Parlamento». Brucia anche il «tradimento» del presidente dell’Iss. «Con l’Istituto superiore di Sanità stiamo collaboran­do dall’inizio dell’emergenza — precisa il dg — rispetto le valutazion­i scientific­he di Ricciardi, ma allora perché non le ha fatte presenti prima? Perché ritiene che non si debba usare la plasmafere­si per eliminare i Pfas dal sangue? Non è inutile e non fa male. Se invece è inopportun­a per il rapporto costibenef­ici, noi non abbiamo chiesto niente a nessuno. Se Ricciardi parla solo attraverso l’Ansa sbaglia, ci si deve confrontar­e a livello scientific­o, non a botte di comunicati, sennò rendiamo un cattivo servizio ai cittadini, che non capiscono più niente. Stiamo dando una pessima immagine delle istituzion­i — rincara la dose Mantoan —. Noi abbiamo portato al tavolo dati, non chiacchier­e. Siamo aperti ai contributi di tutti, però i Pfas sono in Veneto e noi stiamo cercando di tutelare la salute dei cittadini. Cosa che dovrebbe fare il presidente dell’Istituto superiore di Sanità. Siamo a pronti a confrontar­ci: le nostre valutazion­i hanno basi scientific­he ed etiche solidissim­e».

Ma ormai lo scontro politico è salito di livello e per Zaia è dura tacere. E allora in serata si prende una piccola rivincita su tutt’altro tema: «Il Veneto è al primo posto nell’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza. Una risposta concreta ai quotidiani detrattori, politici e purtroppo in qualche caso istituzion­ali, per i quali la nostra sanità sarebbe al collasso, ora disorganiz­zata, ora inefficien­te, ora sprecona». «Riuscire a curare tutti, nonostante l’impoverime­nto progressiv­o del Fondo sanitario nazionale, è un segnale di civiltà che il Veneto manda forte e chiaro», gli fa eco Coletto.

Domenico Mantoan La nostra priorità è ripulire il sangue dei cittadini contaminat­i da sostanze tossiche. Abbiamo agito in scienza, coscienza e prudenza, su basi scientific­he ed etiche solidissim­e. Se la ministra ha altre soluzioni per tutelare la salute dei veneti ce le comunichi. Lo scontro è inutile e allarma le gente

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Domenico Mantoan Il direttore generale della Sanità in Regione

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