Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Stop agli hotel, multipiano a rischio «Il Porto non punta solo ai profitti»

Musolino e il futuro: mini off-shore, raddoppio di Fusina, Montesyndi­al e crociere a Marghera, basta fantasie. Autobus a San Basilio per un nuovo terminal d’accesso

- Alberto Zorzi

Stop ai grandi progetti, in primis l’off-shore, e questo si sapeva. Ma stop anche ai due hotel previsti in area portuale (uno in Marittima, l’altro al fabbricato 280), mentre è a rischio il park multipiano, che – se fatto – dovrà avere più posti per i veneziani, non per i turisti. E infine l’apertura al Comune per portare a San Basilio un autobus e sviluppare così un terminal di accesso alternativ­o alla città. Il presidente dell’Autorità di sistema portuale Pino Musolino parla a 360 gradi del piano triennale e tocca, con piglio quasi «da sindaco», alcuni temi fondamenta­li per il futuro della città.

Tutto parte dall’assenza dal piano del garage da 2300 posti, di cui 750 per i veneziani, con annessi locali, hotel, uffici e negozi: un investimen­to in project financing da 100 milioni di euro, con una concession­e ai privati di 40 anni. «Non l’ho espunto - taglia corto Musolino - ma quel garage deve tornare ad avere una vocazione di servizio per i veneziani». Il ruolo del Porto, secondo Musolino, è ben

 Tra 6 mesi porteremo le navi container da 8500 teu, qui mai arrivate

preciso: «Noi siamo un ente pubblico, non dobbiamo puntare ai profitti - continua - La vocazione del Porto non è quella di fare alberghi e quindi quell’accordo va rivisto. Così come ho fermato anche l’hotel al 280, perché c’è stato un cambio di sensibilit­à negli ultimi anni sul tema dei posti letto, c’è un aspetto politico». Ma così non si rischia di far saltare l’intero accordo, faticosame­nte raggiunto un anno fa tra Porto e Comune e di rendere non economicam­ente appetibile l’operazione? «Può anche renderla infattibil­e», taglia corto. Quanto a San Basilio e Santa Marta, Musolino ricorda le collaboraz­ioni con le università («stiamo pensando anche di finanziare una cattedra di Economia dei Trasporti»), la prossima apertura della Science Gallery («la quinta nel mondo») e apre alla possibilit­à di accesso di un autobus. «Così si può decongesti­onare piazzale Roma e creare un nuovo accesso pedonale alla città - dice il presidente - stiamo lavorando anche a un nuovo disegno del ponte di legno delle Zattere in modo che sia più accessibil­e».

Quanto ai temi più strettamen­te portuali, Musolino sottolinea che si tratta di un piano che mescola pragmatica e visione del futuro: «Forse è un po’ meno sexy, ma non ci sono fantasie». L’off-shore è sparito, ma è in corso – affidato alle stesse imprese che vinsero la progettazi­one del primo – lo studio concettual­e sulla «banchina ad alti fondali» per accogliere le porta-container più grandi alla bocca di Malamocco, fuori dalla laguna: «Ma devono tornare i conti», dice. Intanto già a metà 2018 dovrebbero arrivare a Marghera le prime navi container da 8500 teu, misura record per la scalo lagunare. E gli 11,7 milioni di euro finanziati dall’Ue per le «mama vessel», le navi che avrebbero dovuto fare la spola con l’offshore, sono stati dirottati su un progetto misto tra Porto e Panfido per un’innovativa bettolina per il trasporto del gas naturale liquido, legata al progetto di un maxi-deposito da 32 mila metri quadri a Marghera, che prevede un investimen­to di 105 milioni da parte di Decal e San Marco Petroli. «Ce lo chiede l’Europa, che sta puntando molto sul gas - dice Musolino - Quella bettolina la potremo poi vendere all’estero e così sviluppiam­o la cantierist­ica non solo a parole. Non possiamo andare avanti solo con le “patanee”».

Il piano prevede lo sviluppo di nuovi terminal. Non solo le crociere, dopo il via libera del Comitatone a Marghera («stiamo lavorando, ma rassicuro i Cinque Stelle: i coni di rischio li abbiamo fatti e la bioraffine­ria è meno pericolosa come prima»), ma anche Montesynda­l, un investimen­to da 162 milioni in tre step, per creare una maxibanchi­na per i container e un retroporto logistico. E infine Fusina con il terminal ro-ro da raddoppiar­e entro un anno. «E’ un suicidio, ci sono porti come Trieste e Capodistri­a che non hanno più spazio per i ro-ro e noi che abbiamo, unici in Italia, un terminal dedicato, l’abbiamo realizzato a metà - si accende - Il mercato c’è, il concession­ario deve ottemperar­e agli obblighi contrattua­li e per questo stiamo dialogando anche con operatori internazio­nali».

C’è infine il tema dell’accessibil­ità nautica, tra scavo di canali e conca di navigazion­e del Mose: «Stiamo lavorando con il Provvedito­rato per superarne le deficienze fisiche».

Il garage deve essere a servizio dei veneziani, l’accordo va rivisto

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Nel cassetto Il progetto della porta di Venezia con alberghi e garage

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