Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Stop agli hotel, multipiano a rischio «Il Porto non punta solo ai profitti»
Musolino e il futuro: mini off-shore, raddoppio di Fusina, Montesyndial e crociere a Marghera, basta fantasie. Autobus a San Basilio per un nuovo terminal d’accesso
Stop ai grandi progetti, in primis l’off-shore, e questo si sapeva. Ma stop anche ai due hotel previsti in area portuale (uno in Marittima, l’altro al fabbricato 280), mentre è a rischio il park multipiano, che – se fatto – dovrà avere più posti per i veneziani, non per i turisti. E infine l’apertura al Comune per portare a San Basilio un autobus e sviluppare così un terminal di accesso alternativo alla città. Il presidente dell’Autorità di sistema portuale Pino Musolino parla a 360 gradi del piano triennale e tocca, con piglio quasi «da sindaco», alcuni temi fondamentali per il futuro della città.
Tutto parte dall’assenza dal piano del garage da 2300 posti, di cui 750 per i veneziani, con annessi locali, hotel, uffici e negozi: un investimento in project financing da 100 milioni di euro, con una concessione ai privati di 40 anni. «Non l’ho espunto - taglia corto Musolino - ma quel garage deve tornare ad avere una vocazione di servizio per i veneziani». Il ruolo del Porto, secondo Musolino, è ben
Tra 6 mesi porteremo le navi container da 8500 teu, qui mai arrivate
preciso: «Noi siamo un ente pubblico, non dobbiamo puntare ai profitti - continua - La vocazione del Porto non è quella di fare alberghi e quindi quell’accordo va rivisto. Così come ho fermato anche l’hotel al 280, perché c’è stato un cambio di sensibilità negli ultimi anni sul tema dei posti letto, c’è un aspetto politico». Ma così non si rischia di far saltare l’intero accordo, faticosamente raggiunto un anno fa tra Porto e Comune e di rendere non economicamente appetibile l’operazione? «Può anche renderla infattibile», taglia corto. Quanto a San Basilio e Santa Marta, Musolino ricorda le collaborazioni con le università («stiamo pensando anche di finanziare una cattedra di Economia dei Trasporti»), la prossima apertura della Science Gallery («la quinta nel mondo») e apre alla possibilità di accesso di un autobus. «Così si può decongestionare piazzale Roma e creare un nuovo accesso pedonale alla città - dice il presidente - stiamo lavorando anche a un nuovo disegno del ponte di legno delle Zattere in modo che sia più accessibile».
Quanto ai temi più strettamente portuali, Musolino sottolinea che si tratta di un piano che mescola pragmatica e visione del futuro: «Forse è un po’ meno sexy, ma non ci sono fantasie». L’off-shore è sparito, ma è in corso – affidato alle stesse imprese che vinsero la progettazione del primo – lo studio concettuale sulla «banchina ad alti fondali» per accogliere le porta-container più grandi alla bocca di Malamocco, fuori dalla laguna: «Ma devono tornare i conti», dice. Intanto già a metà 2018 dovrebbero arrivare a Marghera le prime navi container da 8500 teu, misura record per la scalo lagunare. E gli 11,7 milioni di euro finanziati dall’Ue per le «mama vessel», le navi che avrebbero dovuto fare la spola con l’offshore, sono stati dirottati su un progetto misto tra Porto e Panfido per un’innovativa bettolina per il trasporto del gas naturale liquido, legata al progetto di un maxi-deposito da 32 mila metri quadri a Marghera, che prevede un investimento di 105 milioni da parte di Decal e San Marco Petroli. «Ce lo chiede l’Europa, che sta puntando molto sul gas - dice Musolino - Quella bettolina la potremo poi vendere all’estero e così sviluppiamo la cantieristica non solo a parole. Non possiamo andare avanti solo con le “patanee”».
Il piano prevede lo sviluppo di nuovi terminal. Non solo le crociere, dopo il via libera del Comitatone a Marghera («stiamo lavorando, ma rassicuro i Cinque Stelle: i coni di rischio li abbiamo fatti e la bioraffineria è meno pericolosa come prima»), ma anche Montesyndal, un investimento da 162 milioni in tre step, per creare una maxibanchina per i container e un retroporto logistico. E infine Fusina con il terminal ro-ro da raddoppiare entro un anno. «E’ un suicidio, ci sono porti come Trieste e Capodistria che non hanno più spazio per i ro-ro e noi che abbiamo, unici in Italia, un terminal dedicato, l’abbiamo realizzato a metà - si accende - Il mercato c’è, il concessionario deve ottemperare agli obblighi contrattuali e per questo stiamo dialogando anche con operatori internazionali».
C’è infine il tema dell’accessibilità nautica, tra scavo di canali e conca di navigazione del Mose: «Stiamo lavorando con il Provveditorato per superarne le deficienze fisiche».
Il garage deve essere a servizio dei veneziani, l’accordo va rivisto