Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Asta deserta, la Poerio verso il magnate di Singapore
Resta l’offerta di Kwong. Boraso: mi auguro vada in porto la trattativa privata. Protesta del «25 aprile»
Nessuna offerta pervenuta, per la terza volta in otto anni il bando di vendita dell’ex scuola Poerio ai giardini Papadopoli è andato deserto. Ieri alle 12 l’asta si è chiusa e, come nel 2009 e nel 2015, nessuno si è fatto avanti per gli oltre 900 metri quadrati del palazzo dove oggi ha sede il comando della polizia municipale. Eppure, non erano mancate manifestazione di interesse e, lo scorso 23 ottobre, era stata presentata anche un’offerta irrevocabile di 10 milioni di euro, ossia 800 mila in meno rispetto alla base d’asta del bando comunale. L’acquirente era Ching Chiat Kwong, magnate del mattone di Singapore con un impero immobiliare da 600 milioni di dollari. Kwong sta investendo in tutta Europa e a Venezia ha già acquistato, dall’Immobiliare veneziana, palazzo Donà per 4 milioni di euro (lo scorso giugno sono stati aperti i cantieri per la trasformazione in un hotel). Ma è facile che a breve diventi il proprietario anche dell’ex scuola vicina a piazzale Roma. Con tre bandi andati deserti, l’offerta del magnate resta l’unica in campo e, fatte le verifiche sulla regolarità della proposta, l’immobile sarà ceduto nel 2018, entro sessanta giorni dal bando, proprio a Kwong. «Sono molto preoccupato per la situazione sul fronte alienazioni, non si riesce a vendere ma alle dismissioni sono legati molti investimenti per la città», commenta l’assessore al Patrimonio Renato Boraso che ha dato mandato agli uffici di controllare che l’offerta irrevocabile del magnate di Singapore sia davvero valida.
Uno dei requisiti necessari per procedere con la vendita è che ci sia una fideiussione di 1,1 milioni di euro: non ci fosse Kwong non potrebbe entrare in possesso dell’ex Poerio. «Mio auguro di cuore che tutto vada in porto», dice Boraso. La scelta di dismettere l’attuale comando dei vigili risale alla giunta di Massimo Cacciari che sperava, alienando l’immobile a 14 milioni di euro, di costruirne uno nuovo in terraferma. È del 2009 il primo bando di vendita e l’avvio dell’iter per il cambio di destinazione d’uso da residenziale, direzionale e commerciale a ricettivo. Negli anni del sindaco Giorgio Orsoni il palazzo è rimasto in vendita ma senza aste. Ci a provato a dismetterlo nel 2015 il commissario Vittorio Zappalorto senza però avere successo. Solo a novembre, tra le proteste dei comitati contro lo spopolamento del centro storico, l’amministrazione ha concluso il cambio d’uso e bandito una nuova gara, abbassando il prezzo da 14 a 10,8 milioni. «Nessun rilancio ha sbarrato il passo alla svendita dell’ex Poerio che ora sarà ceduto al medesimo investitore che sta trasformando l’ex sede dei servizi sociali (palazzo Donà, ndr) in hotel — dice il Gruppo 25 Aprile — ad incoraggiare una qualche forma di concorrenza non sono bastate variante urbanistica e sconto sul prezzo». Il Gruppo teme che esista un «cartello per la spartizione dei beni pubblici in vendita» e per questo «si oppone e continuerà ad opporsi alla trasformazione di ogni centimetro quadrato di città in hotel».