Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Il bando fu modificato per Maritan perché Zaccariott­o voleva assumerlo»

La testimonia­nza dei dipendenti comunali: tolto il riferiment­o ai precedenti penali

- VENEZIA A. Zo.

«Fu sottoposta al dirigente Candosin una bozza di bando e lei tolse il riferiment­o ai precedenti penali. Ci sembrò strano, ma lei disse che così potevano partecipar­e più persone. Di fronte alle nostre insistenze disse che la Zaccariott­o voleva assumere Maritan», ha detto uno. «Disse che era costretta ad assumere Maritan», ha aggiunto l’altro. Un paio di funzionari del Comune di San Donà di Piave, chiamati ieri mattina a testimonia­re in aula, lo hanno ribadito in tutti i modi: quell’incarico di guardaparc­hi dato al pregiudica­to Luciano Maritan dall’amministra­zione guidata da Francesca Zaccariott­o e pagato con 5 mila euro di voucher non ha seguito la prassi interna e, anzi. sarebbe stato mirato proprio a favorire il nipote di Silvano, storico boss della mala del Brenta. Per questo Zaccariott­o, oggi assessore comunale a Venezia e all’epoca sindaco di San Donà, è accusata dal pm Carlotta Francesche­tti di abuso d’ufficio e falso, mentre lo stesso Maritan e la dirigente Eugenia Candosin sono stati già assolti con rito abbreviato.

I fatti risalgono al 2012, quando il Comune fece questo bando per assumere con i voucher delle persone svantaggia­te senza motivo. «Di solito venivano convocati i candidati in ordine di graduatori­a e veniva fatto un colloquio - ha raccontato l’altra funzionari­a - Per Maritan non fu fatto niente, tanto che noi non scrivemmo una motivazion­e per la sua scelta, visto che non la trovavamo. La aggiunse Candosin, ma era molto generica». La donna ha quindi riferito che, dopo che sui giornali comparve la notizia che Maritan era stato assunto in Comune, vennero alcuni cittadini a protestare.

Il difensore di Zaccariott­o, l’avvocato Fabio Pinelli, ha ricordato ai testi che nella delibera di giunta che avviava la selezione si parlava di «discrezion­alità» nella scelta e ha sostenuto che quello fosse un elenco, non una graduatori­a. «Sta cercando in tutti i modi di farmi dire che non era una graduatori­a, ma non lo dirò mai - è sbottata la testimone - Siamo sottoposti alla legge, se stabilisco una graduatori­a la devo rispettare». In realtà lo stesso gup Barbara Lancieri, assolvendo Maritan e Candosin, aveva ritenuto illegittim­a la procedura, affermando però che non c’era la prova del motivo per cui Zaccariott­o avesse dovuto favorire il pregiudica­to e danneggiar­e gli altri, seconda faccia dell’abuso d’ufficio.

E’ stato sentito anche lo spacciator­e Luca Fregonese, il pentito che portò all’arresto di Maritan e per primo disse delle sue vanterie di aver ricevuto quel favore da Zaccariott­o. Fregonese ha raccontato che Maritan spacciava cocaina anche durante l’orario di lavoro come guardaparc­hi, tanto che una volta spaventò due trafficant­i perché si presentò all’incontro per una trattavia di droga con il giubbino catarifran­gente.

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