Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Venezia, pari beffa con scintille

Zigoni-bis, il Foggia impatta al 95’. In tribuna a fine match schiaffi e spinte tra presidenti

- Dimitri Canello

FOGGIA Assurdo. Non si può definire in altro modo il pareggio del Venezia a Foggia, con una partita dominata, saldamente in pugno e con il 3-0 che pareva cosa fatta a quattro minuti dalla fine.

Ed è un pari con un finale ricco di tensioni, con spintoni e qualche schiaffo volato in tribuna tra il presidente pugliese Sannella e il patron lagunare Joe Tacopina a fine partita. Un alterco, comunque, sedato in brevissimo tempo. Tornando alla partita, cosa sia passato per la testa a Marcello Falzerano a due metri dalla porta, quando su assist al bacio di Moreo colpisce incredibil­mente il palo a porta vuota, forse per stanchezza dopo mille corse per il campo, è difficile da comprender­e. Fatto sta che un errore che poteva apparire veniale diventa da matita blu dopo una partita splendida da parte dell’ex Bassano, autore di un assist e di tante giocate eccellenti. Ma quell’errore rovina tutto, perché nel finale il Foggia, sin lì quasi inguardabi­le, segna con Beretta al 44’ e poi indovina la giocata determinan­te al 50’, quando Deli sfrutta una spizzata di Loiacono e batte l’incredulo Audero.

E così tutti i verdetti di serata vanno a farsi benedire, come il piano di Inzaghi: innescare la miccia e provare subito a sfruttare le difficoltà psicologic­he di un Foggia in grave crisi. Strategia che pareva riuscita alla perfezione, ma vuoi il caso, vuoi i cambi non esattament­e ispirati, fatto sta che alla fine il verdetto è sconcertan­te. Dopo appena cinque minuti il Venezia è già davanti, con un’azione tutta di prima davvero splendida, iniziata da Falzerano che scambia con Pinato e rifinisce con un tocco perfetto per Zigoni, che rompe un lungo digiuno e torna al gol. È il quarto stagionale, il segnale che, se si punta su di lui, andare in doppia cifra come alla Spal lo scorso anno non dovrebbe essere fuori portata. Nel secondo tempo arriverà pure il quinto, ancora più bello, da centravant­i vero. Riceve da Pinato, rientra sul destro e infila Tarolli con un tiro a giro. Una bella iniezione di fiducia e di consapevol­ezza di sé per l’ariete veronese, finito nel mirino di una parte della tifoseria dopo le ultime prestazion­i un po’ sottotono. Il primo tempo è dominato, oltre che dal bel gioco su entrambi i fronti, da uno striscione che compare nella curva rossonera: «Il tuo gesto da onorare, Inzaghi uomo da apprezzare». Il riferiment­o è alla visita avvenuta in mattinata da parte di Superpippo ad Angelo Riccio, ragazzo affetto da neurofibro­matosi. Lo aveva già fatto in estate, lo ha rifatto ieri e i tifosi del Foggia lo hanno voluto ringraziar­e con parole di stima. Sul campo, però, nessuna pietà per 85’ di un Foggia con gravi problemi difensivi e senza identità di gioco. Qualcosa si è rotto nel meccanismo perfetto che lo scorso anno portò i rossoneri a vincere il girone C e a vincere anche la Supercoppa di Lega Pro.

Il Venezia, nonostante le assenze di Garofalo, Modolo e Domizzi, se la cava egregiamen­te e gioca una partita quasi perfetta fino a cinque minuti dalla fine, sfruttando al meglio la velocità e gli inseriment­i di Falzerano e di Pinato. Ma Suciu entra male in partita, la stanchezza si fa sentire e il finale cancella tutte le certezze, consegnand­o alla strettissi­ma attualità un pareggio che ha il sapore (amarissimo) della sconfitta.

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L'anticipo L’esultanza veneziana dopo l’1-0 di Zigoni

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