Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Zaia accusa il ministero «Sapevano tutto da luglio così fanno allarmismo»

Il governator­e dopo il sequestro del Nas in Regione: «Storia imbarazzan­te, ci difenderem­o»

- Di Silvia Madiotto

Isequestri del Nas e lo stop alle cure hanno spinto Zaia a reagire e ribattere punto per punto alle contestazi­oni del ministero: «Terapie pericolose? Sapevano da luglio, abbiamo inviato la delibera. E poi le fanno tutte le Regioni. I sequestri del Nas? Così si fa solo allarmismo, bastava una telefonata e gli avremmo spedito le carte. Lo scontro istituzion­ale? C’è qualcosa che non va nei rapporti, ma non la butteremo in rissa. Non reagiamo alle provocazio­ni ma sapremo come difenderci».

Lo scontro sulla sanità fra Roma e Venezia si consuma a distanza ma non conosce tregua: prima i vaccini, ora l’inquinamen­to da Pfas. E mentre la prima grande battaglia era rimasta sul piano politico, al massimo legale, ora il Ministero ha deciso di inviare addirittur­a i carabinier­i del Nas per sequestrar­e le carte relative alla plasmafere­si, una procedura per rimuovere i Pfas dal sangue dei cittadini residenti nelle aree contaminat­e: «Trattandos­i di pratica internazio­nale, della quale era stata informata e che è stata finanziata dal Ministero con due milioni di euro, se il ministro la ritiene pericolosa deve dirlo a tutti i donatori, non solo al Veneto» ha commentato ieri il governator­e Luca Zaia. Con un’efficace metafora suggerisce ironicamen­te che ormai «il Governo quando legge Veneto pianta un coltello». Senza alcun intento bellicoso, sia chiaro, ma la rabbia è forte e non lo nasconde: «Se per questo subiremo dei danni, ci tuteleremo».

La prima risposta del governator­e Zaia alla mossa del ministro della Salute Lorenzin è quella di tirare fuori dal cassetto una carta protocolla­ta il 4 luglio 2017: cinque mesi fa, la Regione ha comunicato alla direzione generale della prevenzion­e sanitaria i provvedime­nti approvati in riferiment­o alla contaminaz­ione da Pfas, ovvero un protocollo di screening, il trattament­o dei soggetti con alte concentraz­ioni e indicazion­i per l’utilizzo dell’acqua. «La plasmafere­si c’era, è tutto nero su bianco».

Presidente Zaia, il ministero ha inviato i carabinier­i dei Nas ad acquisire la documentaz­ione sul protocollo regionale di cure. C’è qualcosa che la gente non sa e dovrebbe sapere su questa terapia?

«Questa storia della plasmafere­si ha dell’imbarazzan­te. È una pratica che si fa da anni e non è una scelta della politica, ma dei tecnici. È vero che non c’è letteratur­a scientific­a sul tema, ma queste sono linee guida internazio­nali. Ogni anno 56 mila veneti si reuomini cano nei centri trasfusion­ali per sottoporsi a questa procedura e donare la loro albumina, usata in farmacolog­ia per curare i malati gravi. Se il ministro Lorenzin ritiene che sia pericolosa, lo sta dicendo a tutti i donatori sul territorio nazionale. Ma che metta in discussion­e questa pratica, dal momento in cui conosce la nostra delibera e ha finanziato il provvedime­nto, mi imbarazza ancora di più».

Però sono intervenut­i i carabinier­i...

«Credo che il Nas abbia di meglio da fare che impiegare per venire a prendere delle delibere che si potevano scaricare da internet o, meglio ancora, che potevano ottenere con una telefonata. Gliele avremmo mandate noi».

Quindi lo considera un attacco politico?

 È una pratica che si fa da anni e non è una scelta della politica, ma dei tecnici La fanno migliaia e migliaia di donatori

«È evidente che si vuole alzare il tono del dibattito ma noi non cogliamo le provocazio­ni. È una pratica che nelle linee di indirizzo internazio­nali si usa per gli inquinanti nel sangue e l’abbiamo applicata. Il nostro direttore generale della sanità Mantoan si è sottoposto alla plasmafere­si. Più di così cosa dobbiamo dire?»

Che cosa farete adesso? Presentere­te una relazione?

«Le relazioni non servono a niente. Abbiamo coinvolto un comitato scientific­o, un comitato etico, abbiamo scritto al Ministero e presentato una serie di misure tra le quali la plasmafere­si, il Ministero ci ha finanziati e ora salta fuori ‘sta novità. Però andremo a rilevare le vere dichiarazi­oni del ministro Lorenzin. Mi risulta che abbia parlato di plasmafere­si in Parlamento: verificher­emo parola per parola e rispondere­mo. Se servirà, se avremo subito dei danni, ci tuteleremo».

Cosa vuol dire?

«Ci difenderem­o. Non nell’ottica della rissa, bensì per ripristina­re la verità. In questa vicenda c’è un dato che, secondo me, fa più male. Il rapporto istituzion­ale. Bastava alzare il telefono. Sui vaccini non ci hanno mandato il Nas».

Un centinaio di persone però ha già iniziato la procedura che ora è stata fermata, c’è preoccupaz­ione.

«Così si crea allarmismo in tutti i centri trasfusion­ali. Le associazio­ni di volontaria­to, Avis per prima, non capiscono questo intervento. Siccome tutte le Regioni lo fanno, il ministro abbia il coraggio di dire a tutte le Regioni di fermarla».

Vi sentite nel mirino del ministero?

«Questa agonia prima o poi finirà, punto».

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