Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Stop alla Marittima, l’ira di Brugnaro «Siamo pronti a fare causa al Porto»

Per Ca’ Farsetti danno da 10 milioni. Ferrazzi: park per i veneziani e basta alberghi

- VENEZIA Francesco Bottazzo

L’ira del sindaco scoppia alla mattina alla lettura dei giornali, e aumenta con il passare delle ore, fino al pomeriggio quando decide di mandare un messaggio chiaro al presidente dell’Autorità di sistema portuale di Venezia e Chioggia Pino Musolino: «Il Comune è pronto a fare causa al Porto».

Nodo del contendere il piano triennale che cancella in un colpo solo il progetto alla Marittima con hotel, negozi e parcheggi (750 per i veneziani su un totale di 2300). «Non siamo un ente pubblico, non dobbiamo puntare ai profitti. La vocazione del Porto non è quella di fare alberghi, quell’accordo va rivisto. Adesso c’è una sensibilit­à diversa da parte della città». Peccato che il progetto sia frutto di un protocollo firmato dal Comune e dal Porto, anche se allora alla guida non c’era Musolino ma Paolo Costa che puntava sulla riqualific­azione di quella che è stata definita «la porta di Venezia». Lo sottolinea a chiare lettere Luigi Brugnaro: «Il piano è stato presentato dall’Autorità portuale e dai privati, noi l’abbiamo portato in giunta, in consiglio comunale e l’abbiamo approvato — precisa —. Temo sia difficile mandare tutto all’aria perché penso che quei privati abbiano acquisito qualche diritto. E se i privati faranno Il presidente del Porto Pino Musolino vuole cancellare il piano che prevede hotel alla Marittima causa al Porto noi saremo con loro». E’ la sfida che il sindaco lancia al presidente Musolino, a conferma che i rapporti cordiali dei primi mesi sono solo un lontano ricordo. Nervi tesi anche perché le consideraz­ione sulla necessità o meno di nuovi alberghi e sul garage a servizio dei veneziani, ha indispetti­to Brugnaro che le ha considerat­e un invasioni di campo. Il presidente del Porto fa il presidente del Porto, e il sindaco fa il sindaco, ha detto in sostanza ieri ai suoi collaborat­ori. Tanto da decidere di verificare l’aspetto legale della vicenda che coinvolge direttamen­te, ed economicam­ente, anche Ca’ Farsetti.

Dalla decisione di Musolino infatti il Comune subisce un danno di dieci milioni di euro tra i mancati introiti degli oneri urbanizzaz­ione («Il comportame­nto del Porto ci mette in difficoltà cancelland­o sei milioni», precisa non a caso l’assessore al Patrimonio Renato Boraso), l’acquedotto (il piano prevedeva la realizzazi­one delle nuove condotte per tre milioni e mezzo) e i parcheggi. «Voglio verificare l’aspetto legale, non mi sarei aspettato una cosa del genere — continua il sindaco —. Se c’è qualcosa da aggiustare siamo qui, ma non si può cancellare tutto con un tratto di gomma senza che ci siano delle ripercussi­oni». Pare che ci sia anche una cauzione di dodici milioni di euro depositata dall’investitor­e pronto a finanziare l’intervento in project financing, ma questa è una vicenda che riguarda solo il Porto.

La decisione di Musolino ha però buttato benzina sul fuoco della polemica tra Brugnaro e il Partito democratic­o. «Le dichiarazi­oni del presidente sono condivisib­ili, la delibera votata nel novembre 2016 è stata da noi combattuta duramente, con tanto di emendament­i proprio sui posti auto per i veneziani e sui nuovi alberghi. — attacca il capogruppo dem pronto a presentare una interpella­nza— La maggioranz­a sosteneva che fosse nell’interesse del Porto. Ora il Porto, con il suo presidente, dichiara il contrario. Quale sarebbe a questo punto l’interesse pubblico nel rinunciare a mille posti auto per i veneziani e nel permettere un nuovo albergo per il quale non vi può essere “beneficio pubblico” perché è un atto tra enti pubblici e nemmeno oneri di urbanizzaz­ione e costi di costruzion­e a vantaggio del comune in quanto albergo costruito in area demaniale».

Fa notare qualche consiglier­e fucsia: «Se il presidente del Porto tiene molto ai posti per i veneziani perché non dedica ai residenti il parcheggio a raso che c’è oggi sull’area alla Marittima?».

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Multipiano a rischio

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