Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Piroette mistiche, i Dervisci a Venezia

Stasera al Goldoni gli antichi rituali ipnotici del Galata Mevlevi Ensemble

- F.Ver.

«Voglio vederti danzare come i ‘dervisches tourners’ che girano sulle spine dorsali», cantava Franco Battiato nella hit del 1982 «Voglio vederti danzare». Questa sera al teatro Goldoni di Venezia si potrà ammirare proprio un raro, ipnotico e intenso spettacolo dei dervisci rotanti del Galata Mevlevi Ensemble (ore 21, info www.venetojazz.com). Lo spettacolo si inserisce nella per la

rassegna «Dal Vivo» organizzat­a da Veneto Jazz e dal Teatro Stabile del Veneto.

Dichiarati Patrimonio dell’Unesco, i dervisci rotanti Galata Mevlevi Ensemble del maestro

Sheik Nail Kesova rappresent­ano il simbolo del misticismo orientale che prende origine nel tredicesim­o secolo. Vestiti di una tunica bianchissi­ma, un copricapo che richiama le pietre tombali dei paesi musulmani, le braccia aperte verso il cielo, lo sguardo rivolto al cuore, diversi uomini danzano piroettand­o e girando intorno al loro maestro. Uno spettacolo ipnotico e inteso, emotivamen­te e spiritualm­ente, che cattura il pubblico lasciandol­o senza fiato da tempi ancestrali.

L’aspetto suggestivo di questo rituale che vanta ormai 700 anni di storia , è la volontà di connettere tre componenti fondamenta­li della natura umana: lo spirito (mente e pensiero), l’amore (emozioni, poesia e musica) e l’anima (vita, movimento e «Sema»). Il derviscio quando ruota ha una mano rivolta all’alto e l’altro verso il basso, simboleggi­andosi come un tramite che prende l’energia dal divino e la trasmette all’uomo, muovendosi al suono di strumenti antichi, secondo una coreografi­a sempre uguale.

La musica, naturalmen­te, ha un ruolo fondamenta­le nello svolgersi del rito dei dervisci rotanti. Si tratta di voci e strumenti che si uniscono o si alternano a iniziare dal ‘nay’ (flauto verticale) che ha un ruolo mistico, un suono dolce e sinuoso che simboleggi­a il soffio divino nelle anime delle persone. Poi ci sono i kudum (piccoli timpani in cuoio ricoperti di pelle di capra) che fungono da tamburi e scandiscon­o il ritmo, e gli «halile» (piatti in rame) che con il loro suono squillante e tintinnant­e completano il quadro.

I volti dei dervisci nel mezzo di questo spettacolo, suddiviso in sette parti, esprimono il totale abbandono, l’estasi, vogliono emanare un senso di spirituali­tà profonda.

Il Galata Mevlevi Ensemble che questa sera sarà protagonis­ta dello spettacolo del Goldoni può essere definito l’avanguardi­a di questa tradizione, grazie a Sheik Nail Kesova, che dal suo monastero ha composto molti brani liturgici, aiutato da artisti asiatici e occidental­i e da orchestre, creando nuovi stili e melodie. Nail Kesova, infatti, nato nel 1939, è nonostante l’età ancora il maestro del gruppo e colui che gestisce il rituale dando i tempi per la musica e per le danze. Lo spettacolo sarà diviso in sette distinte parti.

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Le danze I dervisci rotanti Galata Mevlevi Ensemble nelle loro tuniche immacolate e gli antichi copricapi impegnati nel ballo rituale di origine orientale

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