Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Il sì dopo 13 anni A Padova est nasce il policlinic­o veneto

Zaia e Giordani firmano: sarà pronto nel 2026

- Bonet

Dopo 13 anni di annunci, liti e stop, parte finalmente l’iter per la realizzazi­one del nuovo policlinic­o veneto a Padova Est. La svolta dopo la firma ieri tra il governator­e Luca Zaia e il sindaco Sergio Giordani. Nella struttura attuale, in via Giustinian­i, resterà il polo cittadino. Zaia: «Il regalo di Natale per i veneti».

«È il regalo di Natale più bello per i veneti» sorride il governator­e Luca Zaia. «Davvero qui non vince e non perde nessuno, vincono Padova e il Veneto» s’illumina il sindaco Sergio Giordani. Scordatevi le facce torve viste all’uscita del tavolo tecnico del 27 novembre (appena un mese fa), quando la Regione minacciò di espropriar­e i terreni del Comune, il Comune si disse pronto alle barricate e sembrò che tutto stesse per saltare per aria un’altra volta. Ieri, a Palazzo Balbi, nella conferenza stampa convocata in gran fretta per celebrare la firma del nuovo accordo di programma per la costruzion­e del policlinic­o universita­rio a Padova Est, era tutto un «grazie Luca», «grazie Sergio» e insomma, «bravi tutti».

Quelle due firme in calce all’intesa di quattro pagine che stabilisce dove e come si costruirà il policlinic­o, d’altronde, mettono fine ad una vicenda durata 13 anni (correva il 2004 quando l’allora governator­e Giancarlo Galan e l’allora sindaco Flavio Zanonato iniziarono a pensare alla costruzion­e di un nuovo ospedale nella capitale della sanità del Veneto, Padova), in cui più volte si è stati costretti dagli eventi - le elezioni-, dalle liti politiche e dalle raccomanda­zioni dei tecnici a tornare alla casella di partenza, in un estenuante giro dell’oca che ha visto sotto la lente negli anni almeno nove siti diversi.

«Quando sono arrivato qui, nel 2010 - ha ricordato Zaia sul nuovo ospedale c’erano tante buone intenzioni e un metro cubo di rassegna stampa. Stop. Abbiamo lavorato sodo, specie nell’ultimo mese, mantenendo il massimo riserbo perché la partita era delicatiss­ima e ora possiamo dire che la partita, finalmente, è chiusa». L’ospedale, dunque, si farà a Padova Est, sui terreni tra la Kioene Arena e il Net Center vicini all’Ikea e al casello della A4. Secondo il cronoprogr­amma stilato dall’Azienda ospedalier­a guidata da Luciano Flor ci vorranno tre anni e mezzo per aprire i cantieri e altri cinque per chiuderli, sicché il policlinic­o universita­rio «di valenza europea» in cui si concentrer­à l’eccellenza della didattica e della ricerca dovrebbe essere pronto - salvo intoppi sempre in agguato - nel 2026. Costerà 500 milioni di euro, soldi che la Regione reperirà con l’aiuto di un advisor vagliando sei opzioni: il cosiddetto «articolo 20», e cioè il fondo nazionale per l’edilizia ospedalier­a (che però non viene finanziato dallo Stato dal 2007); un prestito dall’Inail, con cui è stata aperta un’interlocuz­ione (l’istituto pare non voglia interessi, si studierebb­e una sorta di affitto); un prestito dalla Banca Europea degli Investimen­ti (già intervenut­a sul bond di Cav, la concession­aria del Passante); un prestito da Cassa Depositi e Prestiti (con cui però i rapporti non sono buoni dopo che si è sfilata dalla Pedemontan­a); equity della Regione; equity dei privati (il project financing, stigmatizz­ato da Giordani, non è escluso a priori ma sono possibili anche l’appalto integrato e il leasing).

Ma come si è arrivati all’intesa? La mediazione non è stata semplice se si pensa che Giordani aveva vinto le elezioni al grido «nuovo ospedale sul vecchio» (esattament­e come il predecesso­re, il leghista Massimo Bitonci) e aveva poi avvertito che i terreni di Padova Est non sarebbero mai stati ceduti alla Regione senza pagamento del dovuto. Un irrigidime­nto che aveva spinto Zaia a minacciare l’esproprio e allo scopo era già pronto un emendament­o al bilancio approvato giusto ieri - firmato dal presidente (padovano) della commission­e Sanità Fabrizio Boron. Emendament­o ritirato in extremis perché il Comune ha infine acconsenti­to al trasferime­nto gratuito dei 52 ettari. In cambio, la Regione si impegna a non abbandonar­e l’attuale ospedale di via Giustinian­i in centro città, come minacciato nel caso si fosse arrivati all’esproprio, ma anzi a riqualific­arlo, investendo nei prossimi anni tra i 150 e i 200 milioni (50 saranno deliberati dalla giunta già la prossima settimana, al-

trettanti potrebbero arrivare a gennaio). Così i poli saranno due: quello cittadino, in via Giustinian­i, con 900 posti letto (contro i 450 iniziali); quello regionale, sempre con 900 posti letto, a Padova Est (il S. Antonio, invece, è destinato a chiusura certa). Non solo: la Regione si impegna da un lato ad abbattere le vecchie cliniche di via Giustiani, bonificare i terreni e cederne la proprietà al Comune che li utilizzerà per dar vita ad un grande Parco delle Mura; dall’altro a mantenere la destinazio­ne pubblica dello Iov (che sarà spostato in via Giustinian­i) mettendo così l’area attuale al riparo dalle speculazio­ni. Ed è, quest’ultima, la novità più rilevante rispetto all’intesa a suo tempo raggiunta tra Zaia e Bitonci. Un accordo comunque non facile da far digerire a Coalizione Civica, la componente più a sinistra della maggioranz­a che sostiene Giordani (qualcuno ieri sottolinea­va maliziosam­ente l’assenza del vicesindac­o Arturo Lorenzoni, leader di Coalizione) e difatti il sindaco rinvia l’approvazio­ne dell’accordo in consiglio comunale solo a dopo le elezioni politiche: «Non voglio strumental­izzazioni». Ma promette: «Tutto filerà liscio». Anche perché, assicura all’unisono con Zaia, «qui deve prevalere l’interesse pubblico, la salute dei malati».

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