Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Il sindaco: «Nuovo su vecchio? Questa intesa è più vantaggiosa»
Ma ora dovrà convincere i contrari nel Pd
«Nessun problema». Secondo Sergio Giordani e Arturo Lorenzoni, sindaco e vice (entrambi civici di centrosinistra) di Padova, non sarà difficile far digerire al 51,8% degli elettori che 6 mesi fa ha preferito il loro tandem alla corsa in solitaria dell’ex primo cittadino leghista Massimo Bitonci il fatto che la loro promessa di rifare l’ospedale nello stesso sito in cui si trova da oltre due secoli sia rimasta solo una promessa. E che, di conseguenza, il nuovo polo medico di valenza regionale si farà nell’area di San Lazzaro, zona Est del capoluogo. Proprio lì dove l’aveva posizionato, prima di essere sfiduciato a novembre dello scorso anno, il loro predecessore Bitonci. «Ci sono molte differenze sostanziali tra l’accordo di programma che aveva predisposto Bitonci e quello che oggi (ieri, ndr) abbiamo firmato con il presidente della Regione Luca Zaia. Anzitutto perché – sostengono Giordani e Lorenzoni, che guidano una coalizione di centrosinistra – si è certificato nero su bianco che saranno realizzate due strutture di pari dignità, con 900 posti letto ciascuna. E poi perché la Regione si è impegnata a proprie spese non solo a riqualificare l’attuale ospedale di via Giustiniani, ma anche a bonificare i terreni che verranno dismessi dall’uso medico sanitario e a cedere gli stessi al Comune per la nascita del cosiddetto «Parco delle Mura».
Come si ricorderà, «per salvaguardare un bene che appartiene a tutti i padovani», sindaco e vice avevano assicurato che non avrebbero mai messo gratuitamente a disposizione della Regione l’area comunale di San Lazzaro. Ma le cose, poi, sono andate in maniera diversa: «Abbiamo fatto una sorta di permuta tra i nostri terreni di Padova Est e quelli regionali di via Giustiniani – spiegano il sindaco imprenditore e il vice professore (docente di Economia applicata al Bo) – Se non altro perché, se ci fossimo messi di traverso, la telenovela del nuovo ospedale sarebbe proseguita chissà per quanti anni ancora». Inoltre, a detta dei due primi inquilini di Palazzo Moroni, c’è pure «un’altra grande conquista: si è stabilito, sempre nero su bianco, non solo che lo Iov (Istituto oncologico veneto) rimarrà a Padova, ma anche che, quando sarà trasferito in un nuovo edificio in via Giustiniani, la struttura resterà di proprietà pubblica e con destinazione pubblica».
Adesso però, firmato l’accordo con Zaia, bisognerà capire come si comporteranno, quando l’operazione dovrà essere approvata dal consiglio
Le novità Ci sono molte differenze sostanziali tra il nostro accordo e quello predisposto da Bitonci
comunale, i sei consiglieri del Pd (che hanno sempre osteggiato la soluzione di San Lazzaro, almeno quando a proporla era Bitonci) e i nove che fanno riferimento a Lorenzoni (che si sono sempre battuti per un unico ospedale nella stessa area di quello esistente): «Siamo assolutamente convinti che tutta la maggioranza comprenderà la bontà dell’intesa raggiunta – garantiscono Giordani e il suo vice – Un’intesa che, dopo tanti anni di chiacchiere, mira alla completa riorganizzazione del sistema medico sanitario sul territorio padovano». Tutti davvero d’accordo? Lo scopriremo presto.