Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Udienze al sabato per il processo Bpvi Esodi, in Veneto lasciano Intesa in 668
Nuovo maxi-accordo con i sindacati. Farbanca venduta ai cinesi di Cefc
Tra i 4.885 risparmiatori che chiedono di costituirsi parte civile nel processo Bpvi potrebbero essercene chi ha accettato, in primavera, la transazione da 9 euro ad azione. E che non possono insinuarsi nel processo per chiedere i danni visto che hanno rinunciato a qualsiasi azione giudiziaria. Le difese degli indagati – in particolare l’avvocato Lino Roetta – hanno sollevato ieri la questione in aula a Vicenza, dov’è ripresa l’udienza preliminare, mentre fuori dal palazzo manifestavano a decine con fischietti e cartelli. I legali hanno chiesto di acquisire la lista di chi ha accettato la transazione (sarebbero oltre 70 mila soci sui circa 120 mila totali), per escluderli dal processo. Il giudice Roberto Venditti ha incaricato la polizia giudiziaria.
I tempi però non si allungheranno. Le prossime udienze sono già fissate al 20 e 27 gennaio e 3 febbraio 2018. Di sabato, per evitare che si accavallino impegni dei legali. Si discuteranno le istanze di costituirsi parte civile. E alla richiesta delle difese di più tempo per esaminarle singolarmente e valutare opposizioni il giudice ha deciso di dividere il «pacchetto» in due: il 20 gennaio verranno considerate le istanze fino a 128, il sabato successivo le restanti, fino alla 289. Nella prossima udienza si vaglierà anche la posizione dell’ex dg Samuele Sorato, stralciata per motivi di salute: se non potrà affrontare il procedimento la sua posizione rimarrà separata.
Altro aspetto del processo, la logistica: ai legali – erano circa 200 quelli in aula ieri, identificati uno ad uno – è stato chiesto di comunicare se gli assistiti vorranno presenziare alle udienze. «Lo sconsiglieremo, almeno in questo momento» fanno sapere i legali delle associazioni. Se i presenti fossero più di 350 le tre aule del tribunale di Vicenza (l’aula multimediale e le due collegate in videoconferenza) non sarebbero più sufficienti e si dovrebbe pensare a un’alternativa, come l’aula bunker di Padova o Mestre.
Intanto sul fronte propriamente bancario nuovo decisivo accordo tra Intesa Sanpaolo e sindacati, che ha fatto salire da quattromila a 7.500 (9.000 se si considerano anche i 1.500 con i requisiti pensionistici già a dicembre), a fronte di 1.500 assunzioni, gli esodi incentivati con i fondi dello Stato del decreto di liquidazione delle Venete. L’operazione permetterà a Intesa di risparmiare, dal 2021, 675 milioni l’anno. L’accordo firmato ieri aggiungerà alle mille uscite entro fine giugno 2019 già definite nel perimetro ex Bpvi-Veneto Banca, altre 6.500 in quello di Intesa, oltre il doppio delle tremila minime per arrivare alle quattromila le uscite volute dall’Europa, accogliendo tutte le domande. Le prime tremila uscite saranno entro il 30 giugno 2019, le altre 3.500 un anno dopo.
In Veneto, saranno 668 gli esodi nel perimetro Intesa: ai 288 del primo giro dei tremila se ne sono aggiunti altri 380. Sul totale, 352 riguardano Cariveneto (ai primi 147 se ne sono aggiunti 205). La chiusura dell’accordo, con numeri enormi, fa però rilanciare ai sindacati l’allarme su quello che rimane fuori. «Diventa sempre più stridente la situazione dei 35 dipendenti di Immobiliare Stampa ex Bpvi, fuori dal perimetro Intesa,di cui 12 potrebbero rientrare tra gli esodi - sostiene Helga Boscato della Fabi -. Una soluzione va trovata».
E poi ci sono altri due fronti rilevanti. Il primo sempre di Intesa, che ha annunciato ieri un’operazione di gestione delle passività sui due bond triennali subordinati garantiti dallo Stato emessi a febbraio da Bpvi per 3 miliardi e da Veneto Banca per 1,75 (Intesa ne detiene per 1.750 e 400 milioni) e che potrebbe tradursi nella ricontrattazione in termini migliorativi delle condizioni, a partire dalla cedola annua dello 0,5%.
La seconda riguarda la firma del contratto di vendita di Farbanca, la banca specializzata nel credito alle farmacie, tra i liquidatori di Bpvi e i cinesi di China Cefc, il gruppo privato dell’energia che si sta ampliando ai servizi finanziari. Attraverso la controllata New Seres Apennines, Cefc ha acquisito il 70% di Farbanca, battendo le offerte di Banca Ifis e di Creval. I commissari non hanno comunicato il prezzo che sarà pagato all’efficacia del contratto; secondo indiscrezioni dovrebbe aggirarsi tra i 50 e i 60 milioni.