Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Vero, siamo solo all’inizio ma ora ci sono le condizioni per fare un polo moderno»
«E’ vero, siamo solo all’inizio. Nel senso che adesso viene il bello. Ma le pare poco che, dopo tavoli su tavoli, si siano finalmente create le condizioni per cominciare a lavorare in un certo modo?». Il 59enne Luciano Flor, trentino della Val di Non appassionato d’alpinismo, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Padova da gennaio 2016, invita a non sottovalutare l’accordo firmato dal governatore Zaia e dal sindaco di Padova Giordani dopo mesi di estenuanti trattative. «Fino a poche ore fa – spiega Flor – io non sapevo letteralmente come muovermi. Non sapevo se questo benedetto nuovo ospedale sarebbe stato costruito al posto di quello attuale di via Giustiniani oppure in un’altra area non meglio precisata. Adesso invece, in base alla decisione che spettava alla politica e che ieri (giovedì, ndr) hanno preso il presidente Zaia e il sindaco Giordani, so che ci saranno due strutture di pari dignità e di pari eccellenza, con 900 posti letto ciascuna».
Cosa resterà in via Giustiniani?
«Eh, bella domanda... Diciamo che il vecchio nosocomio a ridosso del centro storico verrà trasformato in un ospedale di comunità. Ma, prima di passare dalle parole ai fatti, bisognerà compiere un censimento dei 68 immobili esistenti. Alcuni saranno demoliti, come ad esempio il Monoblocco e la Neurologia per far spazio al cosiddetto Parco delle Mura. Altri, invece, saranno valorizzati, penso innanzitutto al Centro Gallucci di Cardiochirurgia, al Policlinico e alla zona maternoinfantile, a partire dalla nuova Pediatria, di cui abbiamo appena appaltato la progettazione esecutiva. E, poi, ci sarebbe un piccolo particolare…».
Quale?
«Che i cantieri dovranno dare meno disturbo possibile ai 1.300 pazienti ricoverati in via Giustiniani, ai 4mila utenti giornalieri e ai 5mila dipendenti...»
Il nuovo ospedale universitario d’alta specializzazione e di valenza regionale, invece, si farà a Padova Est. E’ una scelta che la soddisfa?
«Al di là della soddisfazione personale, io devo limitarmi a prendere atto delle decisioni della politica. Diciamo che, finalmente, è stata individuata un’area nella quale c’è tutto lo spazio per realizzare un polo medico-sanitario al passo coi tempi, dedicato in particolare alla didattica e alla ricerca e destinato a diventare un punto di riferimento per tutto il Veneto. Detto questo però...»
Prego...
«Servono uno studio di fattibilità, un progetto e, soprattutto, i soldi. E so che il presidente Zaia si sta già dando da fare».