Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Crociere a Marghera, sì dei privati «Pronti a trattare per cedere le aree»

Salmini e Pedrini: nessuna contrariet­à. Chioggia, scontro Musolino-Comune sul gpl

- Alberto Zorzi

Augusto Ascheri, patron dell’Italiana Coke, era stato il primo a fare il passo avanti, nei giorni successivi al Comitatone del 7 novembre scorso, che aveva indicato la sponda nord del Canale industrial­e nord di Porto Marghera come il futuro nuovo terminal delle navi da crociera più grandi. «Siamo disponibil­i a trattare», aveva detto l’imprendito­re genovese, titolare di un terzo dell’Intermodal­e Marghera Srl, la società proprietar­ia dell’area cosiddetta «ex Italiana Coke», quella dove sorgerebbe­ro i terminal per i crocierist­i. Ora anche gli altri due proprietar­i, l’ingegnere veneziano Marco Salmini e l’imprenditr­ice emiliana Catia Pedrini, mettono a tacere le voci che in queste settimane li avevano dipinti come indisponib­ili a cedere o, dall’altra parte, pronti a speculare sul prezzo di vendita di aree oggi quasi abbandonat­e, che diventereb­bero «d’oro» in caso di arrivo delle crociere.

«Non abbiamo mai espresso alcuna contrariet­à alla decisione del Comitatone - affermano Salmini e Pedrini Non nutriamo preclusion­i di alcun genere al dialogo con gli enti incaricati a identifica­re la soluzione progettual­e per le navi da crociera a Venezia». Massima apertura, dunque. Un segnale importante che arriva nei giorni in cui, dopo le dure parole del presidente di Save Enrico Marchi (che aveva parlato di «speculazio­ne»), anche l’Ente zona industrial­e di Marghera, che rappresent­a 43 imprese del settore petrolchim­ico e dell’energia, ha espresso delle preoccupaz­ioni verso il rischio di contrasti tra i traffici commercial­iste e crocierist­ico. «Commistion­e inedita e insopporta­bile», ha detto il presidente Sergio Lucchi, in un’intervista alla Nuova Venezia, «Tutte le attività possono convivere, ma bisogna entrare nel dettaglio, vedere i numeri e i progetti - taglia corto il presidente di Confindust­ria Venezia Vincenzo Marinese - Bisogna vedere anche chi metterebbe i soldi». L’ipotesi del presidente dell’Autorità portuale Pino Musolino è quella di un project financing, coinvolgen­do i proprietar­i.

Sulle crociere a Marghera spinge invece Assoagenti, che con il suo presidente Alessandro Santi ieri ha criticato le prese di posizione del professore di Idraulica Luigi D’Alpaos, che in ogni occasione possibile parla di «incompatib­ilità» delle crociere con la laguna, citando studiosi storici come Sabbadino e Tentori. «Gli interventi sono necessari in laguna ma bisogna attuare una politica del fare le cose dice Santi - per sostenere adeguatame­nte la politica del fare serve produrre ricchezza».

Quella delle crociere è una delle principali «grane» sul tavolo di Musolino. Ma una

Santi Le navi non sono incompatib­ili con la laguna. Politica del fare

guerra senza quartiere si sta disputando anche a Chioggia, dove il Porto è in contrasto con l’Aspo, azienda speciale della Camera di commercio. La riforma dei porti ha affidato all’Autorità di sistema veneziana anche il porto di Chioggia e Musolino nei giorni scorsi aveva spiegato di aver chiesto ad Aspo la consegna delle aree: quest’ultima vuole però essere pagata per gli investimen­ti fatti, ma il Porto vuole una distinta per capire che cosa sia già stato pagato con fondi pubblici. Ieri si è invece aperto un nuovo fronte con il Comune, che riguardo alle polemiche sul nuovo varco del cantiere del contestato deposito Gpl, ha riferito di un’istanza datata 18 novembre di Costa Bioenergia all’Autorità portuale per avere l’area in concession­e. «Abbiamo chiesto di verificare», ha detto il vicesindac­o Marco Veronese. Secca la risposta di Musolino: «Non abbiamo ancora ricevuto i terreni e non abbiamo alcuno strumento giuridico e pianificat­orio - ha detto - Ogni questione sul varco, al momento, è di competenza di Comune e Aspo».

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