Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Crociere a Marghera, sì dei privati «Pronti a trattare per cedere le aree»
Salmini e Pedrini: nessuna contrarietà. Chioggia, scontro Musolino-Comune sul gpl
Augusto Ascheri, patron dell’Italiana Coke, era stato il primo a fare il passo avanti, nei giorni successivi al Comitatone del 7 novembre scorso, che aveva indicato la sponda nord del Canale industriale nord di Porto Marghera come il futuro nuovo terminal delle navi da crociera più grandi. «Siamo disponibili a trattare», aveva detto l’imprenditore genovese, titolare di un terzo dell’Intermodale Marghera Srl, la società proprietaria dell’area cosiddetta «ex Italiana Coke», quella dove sorgerebbero i terminal per i crocieristi. Ora anche gli altri due proprietari, l’ingegnere veneziano Marco Salmini e l’imprenditrice emiliana Catia Pedrini, mettono a tacere le voci che in queste settimane li avevano dipinti come indisponibili a cedere o, dall’altra parte, pronti a speculare sul prezzo di vendita di aree oggi quasi abbandonate, che diventerebbero «d’oro» in caso di arrivo delle crociere.
«Non abbiamo mai espresso alcuna contrarietà alla decisione del Comitatone - affermano Salmini e Pedrini Non nutriamo preclusioni di alcun genere al dialogo con gli enti incaricati a identificare la soluzione progettuale per le navi da crociera a Venezia». Massima apertura, dunque. Un segnale importante che arriva nei giorni in cui, dopo le dure parole del presidente di Save Enrico Marchi (che aveva parlato di «speculazione»), anche l’Ente zona industriale di Marghera, che rappresenta 43 imprese del settore petrolchimico e dell’energia, ha espresso delle preoccupazioni verso il rischio di contrasti tra i traffici commercialiste e crocieristico. «Commistione inedita e insopportabile», ha detto il presidente Sergio Lucchi, in un’intervista alla Nuova Venezia, «Tutte le attività possono convivere, ma bisogna entrare nel dettaglio, vedere i numeri e i progetti - taglia corto il presidente di Confindustria Venezia Vincenzo Marinese - Bisogna vedere anche chi metterebbe i soldi». L’ipotesi del presidente dell’Autorità portuale Pino Musolino è quella di un project financing, coinvolgendo i proprietari.
Sulle crociere a Marghera spinge invece Assoagenti, che con il suo presidente Alessandro Santi ieri ha criticato le prese di posizione del professore di Idraulica Luigi D’Alpaos, che in ogni occasione possibile parla di «incompatibilità» delle crociere con la laguna, citando studiosi storici come Sabbadino e Tentori. «Gli interventi sono necessari in laguna ma bisogna attuare una politica del fare le cose dice Santi - per sostenere adeguatamente la politica del fare serve produrre ricchezza».
Quella delle crociere è una delle principali «grane» sul tavolo di Musolino. Ma una
Santi Le navi non sono incompatibili con la laguna. Politica del fare
guerra senza quartiere si sta disputando anche a Chioggia, dove il Porto è in contrasto con l’Aspo, azienda speciale della Camera di commercio. La riforma dei porti ha affidato all’Autorità di sistema veneziana anche il porto di Chioggia e Musolino nei giorni scorsi aveva spiegato di aver chiesto ad Aspo la consegna delle aree: quest’ultima vuole però essere pagata per gli investimenti fatti, ma il Porto vuole una distinta per capire che cosa sia già stato pagato con fondi pubblici. Ieri si è invece aperto un nuovo fronte con il Comune, che riguardo alle polemiche sul nuovo varco del cantiere del contestato deposito Gpl, ha riferito di un’istanza datata 18 novembre di Costa Bioenergia all’Autorità portuale per avere l’area in concessione. «Abbiamo chiesto di verificare», ha detto il vicesindaco Marco Veronese. Secca la risposta di Musolino: «Non abbiamo ancora ricevuto i terreni e non abbiamo alcuno strumento giuridico e pianificatorio - ha detto - Ogni questione sul varco, al momento, è di competenza di Comune e Aspo».