Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Cancia, otto anni dopo la frana il superstite fa causa alla Regione

Casa distrutta: «Colpa della griglia fatta in economia»

- di Federica Fant

Giuliano Zanetti (in foto

con la moglie), figlio e fratello delle due vittime della frana di Cancia del 2009, fa causa alla Regione per i danni irreparabi­li provocati alla sua casa: «La griglia di contenimen­to della frana era inadeguata».

Ottavo Natale fuori casa per la famiglia Zanetti, che dopo la frana letale di Cancia, a Borca di Cadore, non ha ancora ottenuto alcun risarcimen­to per i danni alla propria abitazione.

Nel luglio 2009 morirono nel sonno, uccisi dall’ondata di fango e detriti che precipitò dalla montagna sovrastant­e, l’anziana Giovanna Belfi e il figlio Adriano Zanetti. Ora Giuliano Zanetti, rispettiva­mente figlio e fratello delle vittime, sta portando avanti una battaglia legale per poter riavere la sua casa. Lui, infatti, abitava nello stesso edificio, al piano inferiore rispetto a quella occupato dai parenti uccisi dalla frana dell’Antelao. Nei mesi scorsi è iniziata, davanti al giudice Chiara Sandini di Belluno, una causa civile per risarcimen­to danni contro la Regione, basata sul fatto che la griglia di contenimen­to anti-frane posizionat­a sulla montagna aveva ceduto perché, quando venne installata nel 1996 – anno in cui, nello stesso luogo, si verificò una colata detritica di volume ben superiore a quella del 2009 – era stato scelto dalla Regione stessa il progetto meno costoso. Perciò, secondo il legale di Giuliano Zanetti, Luca Gastini di Alessandri­a, quella griglia non risultò efficace, dal momento che la vasca di contenimen­to si ruppe nella parte centrale, facendo così dirottare la colata contro la casa a valle. Nel 1996, invece, il fango e i detriti si erano dispersi e in casa Zanetti erano entrati solo pochi centimetri di fango.

«Dopo l’evento franoso del ‘96 – spiega l’avvocato Gastini – fu istituito un comitato per individuar­e il miglior progetto per una vasca di contenimen­to che mettesse al sicuro la frazione di Cancia. Fu scelto il meno costoso. Nel 2009, con la nuova frana, si capì che la vasca non era stata adeguatame­nte progettata, perché convogliò l’acqua contro le abitazioni della frazione». Insomma, per quanto riguarda la posizione della famiglia Zanetti, «la vasca di contenimen­to ha peggiorato la situazione – rincara l’avvocato Luca Gastini -. Il progetto per quell’opera era, dei quattro, di gran lunga il meno costoso». Si partiva da 700 mila euro per arrivare a interventi da 2 o 4 milioni di euro. «A questo si aggiunga che non c’è mai stata alcuna proposta di risarcimen­to materiale per la casa da parte della Regione Veneto. Il Comune di Borca, quantomeno, ha messo a disposizio­ne un terreno edificabil­e», specifica il legale.

Certo, come risarcimen­to per la morte della madre e del fratello, Giuliano Zanetti e la sorella hanno ottenuto 200 mila euro ciascuno, ma non un euro per la casa distrutta. Tempo fa furono messi a disposizio­ne 300 mila euro dalla Regione, denaro che sarebbe arrivato solo a lavori eseguiti, ma la famiglia Zanetti non aveva a disposizio­ne la liquidità necessaria. «Sono passati 8 anni dalla notte in cui scese la colata detritica e per tutto questo tempo sono stato ospite, con la mia famiglia, in un appartamen­tino di mia sorella – dichiara Giuliano Zanetti -. Un’abitazione molto più piccola di quella che avevamo e che ci eravamo costruiti con grandi sacrifici. E pensare che, dopo il luglio del 2009 e fino al 2015, ho continuato a pagare il mutuo della casa che la frana aveva danneggiat­o irrimediab­ilmente. Penso di avere il diritto di riavere una casa».

Tutto accadde in una notte, tra il 17 e il 18 luglio del 2009. «Alle 11 di sera, dopo una giornata splendida - ricorda Zanetti - scoppia l’inferno. Piove forte, con tanti lampi che quasi fa giorno. Verso le 3 esco e vado a vedere cosa succede. Salgo sino al ponte, sopra l’invaso, capisco che la griglia di contenimen­to non regge e chiamo mia moglie. «Scappa», le grido, e poi corro verso casa. La mamma è anziana, non sente. Dopo due minuti, boom, come l’esplosione di una granata: è l’invaso che ha ceduto».

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La casa sventrata I danni provocati dalla frana. Sopra, il superstite Giuliano Zanetti con la moglie

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