Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Trapianto di fegato nella notte Santa Dodicenne salvato da un gesto d’amore
Il chirurgo: «Il più regalo, anche per noi»
E’ rinato a mezzanotte del 24 dicembre, mentre Gesù Bambino tornava sulla terra e grazie al gesto d’amore di una mamma che in un’altra città d’Europa ha deciso di donare gli organi del suo bimbo di 4 anni, morto in un incidente. Protagonista della storia di Natale ambientata all’ospedale di Padova è un dodicenne di fuori regione che dopo mesi in lista d’attesa ha ricevuto un fegato nuovo proprio nella notte santa. «La notizia della disponibilità di un organo compatibile con il nostro giovane paziente, che non era nemmeno tra i primi nella lista pediatrica nazionale, è arrivata la mattina della vigilia — racconta il professor Umberto Cillo, il primario del Centro trapianti di fegato dell’Azienda ospedaliera di Padova che ha eseguito l’intervento —. Noi siamo stati i primi a rispondere, così un’équipe è partita subito da Padova col volo speciale messo a disposizione per raggiungere la capitale europea nella quale si trovava il donatore. I colleghi hanno proceduto al prelievo del fegato e sono ripartiti dopo poche ore, portandoci l’organo da trapiantare alle 23.30 del giorno stesso. Abbiamo iniziato a operare a mezzanotte, per finire alle 3.30 del 25 dicembre. E’ andato tutto bene, il bambino già oggi (ieri, ndr) lascia la Rianimazione per essere trasferito in Pediatria. E’ una storia incredibile, per noi è come se fosse arrivato Babbo Natale, ci siamo emozionati tutti. In sala operatoria c’era un clima positivo». Per di più per il Centro padovano si è trattato del trapianto di fegato numero 106 nel 2017, un record. Perfezionato ieri dal numero 107, eseguito sempre da Cillo.
Il dodicenne, affetto dalla nascita da una malattia metabolica rara che causa insufficienza renale, era in dialisi. Lo ha sempre seguito un team medico multidisciplinare e lui ha risposto alle cure con grande forza, riuscendo a resistere per tutti questi anni fino all’agognato trapianto. «Il suo fegato era in buone condizioni — spiega il primario — ma non produceva un enzima necessario a smaltire i sali ossalati, che dunque si accumulavano nel sangue, nelle arterie, nei tessuti, creando gravi scompensi all’organismo. In questi casi il trapianto di fegato è una terapia genica, perchè l’organo nuovo dispone dei geni capaci di produrre l’enzima mancante».
Ieri mattina il ragazzino era cosciente, ha parlato con i medici, assicurando di sentirsi bene e di non avvertire dolore. Deve stare in un ambiente sterile, quindi non è stato ancora possibile per i genitori, che lo assistono, portargli i doni di Natale, ma lui sa che il suo regalo speciale lo ha già ricevuto. La prognosi sarà sciolta tra una settimana, il decorso post operatorio sta andando come previsto. Una volta dimesso, il dodicenne dovrà sottoporsi ai controlli di routine ma potrà tornare a scuola e condurre una vita normale.