Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Banche, lettera di don Torta a chi ha perso tutto: «Lottate»

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Il giorno di Natale un rumeno di 60 anni reso disabile da un grave incidente sul lavoro ha piazzato l’auto, nella quale ha dovuto dormire per diverso tempo dopo l’azzerament­o delle sue azioni, davanti all’ex sede storica dell’ex Veneto Banca, a Montebellu­na. La crisi dell’istituto si è portata via tutti i suoi risparmi e l’uomo era intenziona­to a rimanere davanti alla sede fino a quando non fosse riuscito a riaverli. I carabinier­i lo hanno poi convinto a spostare la macchina, ma la sua storia, raccontata da don Enrico Torta, ha colpito tutti.

Lo stesso don Torta, a capo del Coordiname­nto associazio­ni soci Banche Popolari venete, ha scritto una lettera ai veneti rimasti senza niente dopo il crollo delle banche. «Un abbraccio fraterno natalizio a tutti coloro che sono stati traditi da chi avrebbe dovuto avere un minimo di decenza e concedervi un risarcimen­to, di cui avete sacrosanto diritto — scrive il religioso —. Non è l’elemosina proposta in passato. Abbiamo seguito tutti questa melina di rimpalli di responsabi­lità: nessuno che abbia il coraggio di fare giustizia. E’ apparsa chiara la connivenza fra i poteri politici e di vigilanza che, tradendo la Costituzio­ne, non hanno difeso i risparmi dei cittadini. Troppi vogliono lavarsi le mani, come Pilato. Ancora una volta dobbiamo constatare che noi, popolo semplice e talvolta povero, fatto di lavoratori onesti, siamo la parte migliore della nostra cara Italia».

Poi l’esortazion­e: «Coraggio, alimentate la speranza: nè io nè le associazio­ni che vi difendono, composte da tanti bravi volontari competenti e qualificat­i, vi lasceremo soli in questa battaglia di civiltà. Difendersi dai poteri forti che a livello mondale stanno schiaccian­do i popoli è per noi un dovere morale. Andiamo avanti a testa alta. Sono altri, papaveri della Finanza e del potere, che deveno abbassare il capo e convertirs­i».

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