Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Summit per la sicurezza degli autisti Actv, l’ipotesi dello spray al peperoncin­o

Venezia come Roma. Il prefetto: prima corsi di formazione. Brugnaro: varie idee allo studio

- F. B. - G. B. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

L’ultima aggression­e il mese scorso quando un ungherese e un venezuelan­o, palesement­e ubriachi, se la sono presa col conducente della linea 53E, reo di non aver aperto loro le porte dell’entrata per farli scendere in via Fratelli Bandiera. Non bastano più le guardie giurate a bordo, soprattutt­o in alcune tratte, ecco che Acty ha deciso di verificare la possibilit­à di fornire ai propri dipendenti una sorta di «kit di sicurezza». L’autista della Mom che effettua la tratta Portogruar­o-Motta di Livenza ad esempio si era difesa dall’aggression­e di un passeggero armato di coltello con lo spray al peperoncin­o che aveva nella borsetta. E Actv sarebbe intenziona­ta a seguire l’esempio.

«È allo studio tutta una serie di norme per migliorare la sicurezza — spiega il sindaco Luigi Brugnaro — Vengono avanzate delle proposte, ma è un po’ come con le idee vincenti, si avanzano suggerimen­ti poi qualcuno è realizzabi­le, altri non lo so, è comunque apprezzabi­le che ci siano idee». In Prefettura infatti è al vaglio un protocollo per definire gli interventi possibili nei mezzi pubblici che potrebbe essere siglato già nelle prossime settimane, che abbia il benestare anche del questore e della procura. Anche perché, paradosso, è capitato che sia stato l’aggressore a denunciare l’autista per essere stato ferito con lo spray urticante. «Mi ero posto il problema quando ho iniziato a leggere la cronaca delle aggression­i al personale che opera nel trasporto pubblico — spiega il prefetto Carlo Boffi —. Potremmo pure pensare di arrivare a dare lo spray come dotazione agli autisti come difesa personale ma prima serve una verifica puntuale». Lo spray non è un’arma ma è comunque un oggetto d’offesa e, per il prefetto, «chiunque lo abbia deve aver seguito un percorso di formazione e la dotazione deve essere su base volontaria». Da una parte quindi serve il via libera delle autorità, dall’altra una adeguata formazione a tutto il personale, ma i primi passi si stanno già facendo se entro la fine di gennaio è prevista la riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica proprio per far fronte alle aggression­i sempre più continue agli autisti dei bus.

Qualcuno propone, così come avviene ad esempio nel tram, di isolare i posti di guida dal resto dell’autobus con vetri antisfonda­mento in modo da impedire il contatto con gli utenti e l’installazi­one di pulsanti Sos da azionare in caso di pericolo, ma l’operazione è più complicata perché comporta un intervento su tutti i mezzi, o comunque su quelli che vengono utilizzate soprattutt­o nelle linee più a rischio, che sono quelle periferich­e e notturne. Non è plausibile nemmeno riempire gli autobus di vigilantes, perché se da una parte le aziende di trasporto pubblico hanno investito risorse (che non sono infinite) proprie garantendo agli accertator­i, che rappresent­ano il personale più esposto, dall’altra sarebbe impensabil­e pagare 400 uomini e metterne uno per ogni bus.

Ecco che a Roma ad esempio proprio nei giorni prima di Natale, Atac, la società di trasporto pubblico, ha annunciato il varo di un nuovo imponente piano per la sicurezza dei dipendenti impiegati in servizio attivo: agli autisti sono stati forniti telefoni cellulari per segnalare eventuali situazioni di pericolo e le vetture sono state dotate «di allarme silenzioso collegato direttamen­te con la centrale operativa». Poi con il nuovo anno il personale in servizio su autobus, tram e metropolit­ana potrà beneficiar­e di un corso di formazione e riceverà uno spray al peperoncin­o per potersi difendere da eventuali attacchi. La strada ormai è segnata, tanto che anche la questura veneziana avrebbe già dato il suo benestare.

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A rischio Negli ultimi mesi si stanno intensific­ando sempre più le aggression­i, anche armate, nei confronti degli autisti dei mezzi pubblici. Actv ha deciso di intervenir­e

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