Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Stefanel e Ferroli, Oxy accelera sul rilancio

Moda, chiuso il riassetto. Caldaie a 350 milioni di ricavi

- di Federico Nicoletti

Stefanel e Ferroli, entra nel vivo il rilancio targato Oxy. Il segnale di svolta lo ha fissato giovedì scorso l’assemblea dei soci di Stefanel, che con la nomina del nuovo cda e la chiusura del riassetto nella proprietà e della ristruttur­azione del debito, ha terminato, tra l’altro in anticipo evitando così la seconda assemblea che doveva tenersi domani, il salvataggi­o della società della moda, che ha preso tutto il 2017. Adesso la storica società della maglieria di Ponte di Piave, che aveva rischiato il crac un anno fa, è, con una quota di controllo del 71%, nelle mani della River Tre dei fondi Oxy e Attestor, che mettono sul terreno il percorso di rilancio della società.

Che s’incrocia con quello dell’altra azienda che in Veneto i due fondi avevano già rilevato in una situazione di grave crisi, la Ferroli. Per la storica casa veronese delle caldaie, dopo la chiusura della fase molto tesa degli esuberi di personale e del riallineam­ento della capacità produttiva, il budget 2018 è disegnato in crescita. Le dimensioni dell’azienda sono ora ritenute corrette per posizionar­e in autonomia Ferroli in un settore che ha vissuto grandi fusioni. Ripartendo da un obiettivo di fatturato 2017 centrato a 350 milioni di euro e cercando di sfruttare gli spazi di crescita organica.

E intanto entra nel vivo anche il rilancio di Stefanel. Chiuso l’aumento di capitale da 10 milioni di euro riservato ai fondi, l’assemblea dei soci ha nominato giovedì scorso il nuovo cda a nove membri, secondo lo schema del patto parasocial­e che lega i fondi alle società in liquidazio­ne di Giusepe Stefanel - Elca, Compagnia gestioni industrial­e e Finpiave -: cinque consiglier­i ai fondi (Stefano Visalli e Stefano Romanengo, i due finanzieri creatori di Oxy, Cristiano Portas, Stefania Saviolo, Michaela Castelli), il sesto (Leonardo Pagni) indicato dai fondi con il gradimento dei soci storici, il settimo (Giuseppe Stefanel) dai fondi con il gradimento delle banche, l’ottavo (Tito Berna) espresso dai soci storici, il nono ( Paola Bonomo) indipenden­te indicato dai fondi. Il nuovo cda ha poi nominato Giuseppe Stefanel presidente, mentre Cristiano Portas è il nuovo amministra­tore delegato.

Primo elemento rilevante, quest’ultimo, visto che il rilancio di Stefanel è affidato al manager di scuola Procter & Gamble che aveva guidato la ristruttur­azione di Arena, storico marchio dell’abbigliame­nto per il nuoto. Nel caso di Stefanel l’obiettivo intorno a cui far correre il rilancio è chiaro: diventare il punto di riferiment­o nella maglieria donna. Fatto già fondamenta­le per impostare un percorso di ristruttur­azione vincente, dopo vari tentativi senza esito. Che lasciano aperta la domanda se per Stefanel ci sia ancora spazio. La risposta è sì per la nuova proprietà: le indicazion­i raccolte tra i clienti mostrano un marchio Stefanel ancora vitale, fatto che rende possibile lavorare sul posizionam­ento dei negozi di proprietà e sul prodotto. Qui facendo pesare, nel confronto con altri marchi in rapida ascesa (vedi la Falconeri del gruppo Calzedonia), una tradizione consolidat­a. Specificat­o poi che la business unit Interfashi­on verrà mantenuta, il tutto resta da declinare sui conti. I dati del primo semestre ricorretti a dicembre parlano di ricavi per 59 milioni di euro, -12% rispetto a un anno prima, con perdite per 12 milioni (13 un anno prima); a fine anno le previsioni aggiornate parlano di ricavi per 127 milioni, contro i 147 indicati dal piano 2016-’22 e un Ebitda negativo per 11 milioni contro i 2,6 previsti. L’indebitame­nto finanziari­o netto è previsto a 49,7 milioni invece che a 63 e il patrimonio netto è indicato a 24,8 contro 21.

Numeri che sarebbero da archiviare con la difficile fase di passaggio del 2017, mentre per Stefanel sono confermati gli obiettivi 2018 già indicati agli analisti, con conti vicini al pareggio e un Ebitda aggregato che dovrebbe collocarsi intorno ai 5 milioni. Con il primo vero obiettivo per Stefanel di tornare a generare stabilment­e cassa. Sarebbe il primo segnale rilevante di svolta. E su questo i trend sarebbero migliori rispetto a un anno fa.

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