Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Niente cattedra solo col diploma marcia su Roma delle maestre «A rischio 3mila posti di lavoro»
«Non proseguiamo le vacanze, difendiamo la scuola». L’8 gennaio, al rientro in classe, tanti alunni potrebbero ritrovarsi senza maestra. In molte saranno a Roma per protestare contro la sentenza del Consiglio di Stato che stravolge anni di pareri e sentenze, mettendo a rischio almeno 55 mila posti di lavoro in Italia, circa 3 mila in Veneto. Quello dei docenti magistrali non è stato un Natale sereno, e altrettanto cupa si prospetta anche la notte di San Silvestro: il 20 dicembre è stato pubblicato il provvedimento del 15 novembre, stabilito in forma plenaria, che esclude dalle graduatorie ad esaurimento (gae) i docenti delle scuole primarie con il solo diploma magistrale conseguito entro il 2002. Questa decisione non solo taglia le gambe ad ogni speranza di stabilizzazione, ma rende anche tecnicamente «non idonei» all’insegnamento quei tantissimi docenti già in forza alle scuole. «Domani non cambierà niente, ma a marzo potremmo potenzialmente assistere al più grande licenziamento di massa di sempre» teme Giovanni Giordano, segretario provinciale dello Snals per Venezia. A rendere il recente parere del Consiglio di Stato ancora più difficile da digerire anche la totale contraddizione con quanto affermato in passato dallo stesso organo di garanzia: «Dopo tre anni il Consiglio smentisce se stesso – sottolineano gli insegnanti - Nel 2014 una storica sentenza degli stessi giudici aveva dato ragione a tutti quei docenti che chiedevano di poter svolgere la loro professione con il diploma: dal momento che il titolo all’epoca consentiva l’accesso all’insegnamento, doveva essere considerato abilitante anche oggi. Senza le magistrali, in Italia, non ci sarebbe la scuola». Ad agosto scorso risultavano inseriti nelle graduatorie ad esaurimento 125 mila precari: 67.622 per l’infanzia e 57.369 per la primaria. Oggi risultano 55 mila iscritti «con riserva» nelle gae, ma quei nomi andranno mano a mano eliminati, via via che le varie singole sentenze si adegueranno al provvedimento capofila di novembre; per loro resterà solo la possibilità di inclusione nelle graduatorie d’istituto, valide per le supplenze, ovvero per restare ancora nell’universo del precariato.
«Già nei primi giorni dell’anno chiederemo attraverso lo Snals nazionale di essere ascoltati dalla politica, poco importa se sono state sciolte le camere – continua Giordano – Domanderemo una deroga che possa almeno tutelare chi, sapendo di poter essere assunto, si è già fatto l’anno di prova e non può quindi vedersi rispedire indietro. Poi, a seconda di come procederà la questione, credo che tanti faranno ricorso alla corte europea». Manifestazione anche il 5 gennaio a Verona, davanti all’ufficio scolastico provinciale.