Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Vuole indossare i jeans e rifiuta il velo Picchiata dalla mamma musulmana
Undicenne allontanata dalla famiglia. La donna: «Andava raddrizzata»
«La mamma mi bastona perché non voglio mettere il velo e vorrei indossare i jeans che mi ha regalato papà. A casa non torno più». Una ragazzina di 11 anni di Vicenza, qualche mese fa, si è rivolta così ai propri insegnanti di scuola media alla fine delle lezioni. E a casa non è più tornata: i maltrattamenti e gli ematomi c’erano davvero, sono stati accertati dal personale medico e dagli psicologi. Da quel giorno l’adolescente — vittima di una madre di rigida osservanza islamica –—è al sicuro in una struttura protetta. E’ solo uno dei casi seguiti nel corso del 2017 dall’equipe specialistica dell’Usl 8 che segue i minori maltrattati e vittime di abusi sessuali. Denominata «Arca», e diretta dallo psicologo Claudio Vencato, nelle scorse settimane ha ottenuto dalla Regione Veneto un nuovo finanziamento di 116 mila euro. «C’è la volontà di rendere questo servizio permanente» spiega Vencato, che coordina altri tre psicologi. Tutti assieme l’anno scorso hanno seguito circa quaranta casi di minori vittime di violenze sessuali o maltrattamenti in provincia.
Alla magistratura ad esempio è stato segnalato — ed è una vicenda tenuta sotto costante osservazione — il caso di una undicenne di una famiglia del subcontinente indiano che Arca ha preso in carico a partire dal maggio scorso. Da quando, cioè, da una scuola del comprensorio di Vicenza hanno telefonato agli psicologi, perché la ragazzina rifiutava di andare a casa. Gli specialisti dell’Usl hanno portato la giovane in un luogo sicuro, avvertendo contemporaneamente la famiglia – papà e mamma – che l’adolescente doveva star via per degli accertamenti. Il distacco è diventato permanente quando l’undicenne ha fatto vedere, e certificare, da un referto medico i tanti segni di bastonate sulla schiena. E la madre, molto tradizionalista, al contrario del padre tollerante che alla figlia aveva acquistato anche dei pantaloni all’occidentale, ha ammesso che sì, quelle botte gliele dava lei per «raddrizzarla». La figlia infatti aveva deciso di rifiutare di portare il velo e voleva vestire come le altre coetanee e compagne di classe. Niente velo e pantaloni lunghi, ma abiti più aperti e giovanili. «Ho portato in Italia apposta quel bastone, l’ultima volta che ero andata a casa» ha detto la donna agli psicologi spiegando le «mancanze» della ragazza che si rifiutava di vestirsi come una qualsiasi donna e giovane musulmana .
La vicenda, nonostante tutto, sembra potrà avere un lieto fine. Seguita per mesi dagli psicologi, la coppia (e soprattutto la madre) sembra aver capito la gravità dell’accaduto: per tutta la famiglia potrebbe esserci un riavvicinamento, in modi e tempi da definire.