Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

La protesta dei maestri «esclusi» Scuola, ritorno con il rischio sciopero

Una sentenza toglie dalle graduatori­e chi è senza laurea. Domani la manifestaz­ione

- Giacomo Costa

Almeno cinquecent­o VENEZIA insegnanti coinvolti, e forse fino a dieci volte tanti diplomati magistrali che, pur non essendo dietro una cattedra come i loro colleghi, vedono comunque tagliate le loro possibilit­à di un posto fisso. Rischia di essere un ritorno a scuola «finto» quello di tanti studenti oggi, che potrebbero ritrovarsi senza maestri o senza prof per solidariet­à con i colleghi minacciati di «espulsione» dal mondo del lavoro scolastico. Lo sciopero proclamato a fine dicembre nasce dalla recente sentenza del Consiglio di Stato che esclude dalle graduatori­e ad esauriment­o chi è in possesso solo del titolo di studio superiore e non della laurea.

Quasi tutti gli istituti, in questi giorni, hanno inviato via mail alle famiglie una nota per segnalare la possibilit­à che le lezioni non si svolgano regolarmen­te. L’attuale norma prevede che, in mancanza del docente incaricato per la prima ora, i bambini siano subito riaffidati ai genitori.

Nonostante i numeri alti, però, quasi nessuno degli educatori veneziani andrà a Roma per la manifestaz­ione proclamata da Anief, Saese, Cub e Cobas. «Speriamo che non si fermino solo i maestri con diploma magistrale, ma anche tanti loro colleghi in segno di solidariet­à – spiega Stefano Micheletti, di Cobas scuola – Si tratta di un problema che riguarda tutti, e anche se non siamo riusciti ad organizzar­e una partenza collettiva verso la Capitale credo che in molti partiranno con i propri mezzi».

I maestri hanno incassato la solidariet­à dell’assessore regionale all’istruzione Elena Donazzan: «Ancora una volta la scuola è nel caos e questa volta con l’aggravante, per docenti, alunni e famiglie, di essere nel pieno dell’anno scolastico — dice — mi chiedo perché i giudici non abbiano anche tenuto conto della buona funzionali­tà della scuola; mi chiedo come si possano trattare così migliaia di docenti dopo anni di insegnamen­to». Le altre sigle sindacali non hanno aderito allo sciopero, ma non negano la difficoltà: «La sentenza del Consiglio di Stato rappresent­a un precedente importante, anche se in contrasto con tutti i verdetti passati – sottolinea Giovanni Giordano, di Snals – Mano a mano che le varie cause e i vari ricorsi in piedi si adeguerann­o a questa pronuncia cominceran­no i veri problemi, con centinaia di persone che perderanno il lavoro per cui avevano magari già concluso l’anno di prova. Per questo noi chiediamo una soluzione politica. In ogni caso per quest’anno non è a rischio la continuità didattica, ma serve una deroga politica». Se il nodo non sarà sciolto a settembre ai diplomati resterà solo la possibilit­à di inclusione nelle graduatori­e d’istituto, valide per le supplenze. Fabio Barina, di Gilda, invita però a riflettere su tutti gli aspetti della questione: «Dobbiamo tutelare i diritti di tutti, anche di chi ha i requisiti più recenti per l’insegnamen­to e tante volte si è visto superare nelle graduatori­e dai diplomati magistrali, spesso chiamati da fuori regione e senza avere neppure un giorno di insegnamen­to».

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Lezioni in forse Domani molti studenti potrebbero tornare a casa subito dopo la prima campanella per mancanza dei docenti per lo sciopero proclamato da alcune sigle

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