Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Statua decapitata, nessuno denuncia Trasportata con un trolley poi rotto
Rimane il mistero della testa di marmo novecentesca. L’ipotesi della casa privata
Per trasportarla hanno VENEZIA utilizzato un trolley che, però, a causa del peso si è rotto. Perciò, oltre alla statua, hanno dovuto abbandonare anche la valigia.
E’ questa la prima ipotesi dei carabinieri della compagnia di Venezia dopo il ritrovamento della testa di donna in marmo in corrispondenza del Ponte della Pietà, a pochi passi da piazza San Marco. Gli investigatori hanno sequestrato anche il trolley per analizzarlo e provare a identificare gli autori del presunto atto vandalico e del furto e, parallelamente, stanno verificando a chi appartenga il blocco di marmo. Si tratta della testa di una statua che raffigura il volto di una donna e che, secondo un primo esame degli esperti della Soprintendenza dei Beni Archeologici e Culturali risalirebbe ai primi del Novecento e non sarebbe di fattura pregiata.
Il ritrovamento risale a venerdì pomeriggio. Un cittadino ha chiesto ai carabinieri, che stavano pattugliando la zona di Riva degli Schiavoni, di verificare la presenza del manufatto che era stato nascosto sotto le passerelle per l’acqua alta. Un blocco di marmo che, però, era già stato fotografato in mattinata da una donna che aveva diffuso le immagini in un gruppo Facebook, chiedendo agli utenti se sapevano di cosa si trattasse e perché fosse lì.
Qualcuno sostiene che fosse stata notata già un paio di giorni prima, ma è stata recuperata solo venerdì. I carabinieri, una volta raggiunto il luogo, hanno posto sotto sequestro la statua, che pesa circa mezzo quintale. Non hanno potuto fare a meno di notare che, nelle vicinanze, c’era anche un trolley abbandonato. Una valigia che, per le sue dimensioni, secondo gli investigatori poteva benissimo contenere la statua. Il trolley si presentava rotto e questo ha portato i carabinieri a pensare che sia stato usato per trasportare il manufatto, altrimenti difficile da spostare per il suo peso. La valigia, insieme al blocco di marmo, è stata portata al comando di San Zaccaria dove è stata sottoposta a un’analisi. I carabinieri stanno cercando impronte, elementi e tracce che possano ricondurre a chi, presumibilmente, ha rubato la statua. Perché di questo si tratterebbe: un furto. Sarebbe escluso, allo stato, il semplice atto vandalico. All’altezza del collo la statua presenta un pezzo di ferro. Il che fa ipotizzare che sia stata staccata da una base o un busto su cui era installata. Difficile, però, capire da dove provenga. Almeno per adesso. Per comprenderlo i carabinieri si stanno muovendo in diverse direzioni. Fin da subito hanno chiesto ai colleghi del nucleo tutela patrimonio culturale di Venezia di fare una verifica nella banca dati delle opere d’arte rubate e agli esperti della Soprintendenza di analizzare il manufatto. Si tratterebbe, stando agli elementi raccolti finora, di una statua che non avrebbe un grande valore, ma serviranno altri approfondimenti. Un altro filone d’indagine si sta concentrando, invece, sul controllo dei musei, dei luoghi di culto e degli edifici pubblici del centro storico. I militari escludono la terraferma e hanno sentito i responsabili dell’istituto Santa Maria della Pietà, della chiesa di San Zaccaria e della Curia. Nessuno, però, ha scoperto furti. Non si esclude che possa appartenere a qualche privato. Nessun fino a ieri ha denunciato la scomparsa.