Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Ladri sempre più preparati Dobbiamo farlo anche noi»

- (mo.zi.)

Chiunque abbia visitato negli ultimi mesi un museo a Londra, Parigi, Berlino, ha sperimenta­no l’esperienza di essere letteralme­nte «tampinato» dai guardasala. Dopo il furto dei gioielli al Ducale e il ritrovamen­to della statua in Riva degli Schiavoni, la città si chiede se i grandi passi avanti sulla sicurezza delle opere d’arte fatti negli ultimi 20 anni siano ancora al passo con i tempi. «Non penso che i musei italiani e veneti abbiano meno sicurezza di quelli stranieri – mette in chiaro Renata Codello, segretario regionale del Mibact – All’estero hanno meno musei e esperienze importanti di furti: non dimentichi­amo l’urlo di Munch». Più musei e più diffusi: Venezia e il Veneto hanno anche grazie ad affidament­i esterni alle cooperativ­e «un livello molto buono. E non è detto che tampinare da vicino i nostri visitatori sia il metodo migliore». Quello del nervosismo causato da una sorveglian­za troppo occhiuta era stato uno dei temi affrontati nel 2016 ai tavoli tecnici in Prefettura con tutti i soggetti coinvolti nella responsabi­lità degli obiettivi sensibili. «In quella occasione col prefetto Domenico Cuttaia e il vice Natalino Manno abbiamo adottato accorgimen­ti che hanno aumentato il livello di sicurezza condivisa», ricorda. La sicurezza generale nel contesto del rischio terrorismo è stata implementa­ta. Irl tavolo non si riunisce da un anno e mezzo però le misure adottate allora ancora funzionano. «E la riprova è che sono stati rubati oggetti piccoli – riflette Codello - Non quadri o opere d’arte. Dopodiché, ci sono incursori tecnologic­amente sempre più bravi e significa che lo dobbiamo diventare anche noi, proprio in ossequio al concetto di sicurezza dinamica».

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