Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Zaia: «Tagli ai vitalizi, porto la proroga in aula»
Il governatore: «Operazione illegale? Sia un giudice a dirlo»
Credo che La Regione non debba fare le veci dell’Inps Tagliati vitalizi pensioni, siamo primi in Italia
Avanti tutta sui tagli ai vitalizi. Il presidente della Regione Luca Zaia ieri mattina ha rotto gli indugi e indicato la rotta alla maggioranza: «Ripresentiamo subito il progetto di legge per il contributo di solidarietà prelevato dai vitalizi. Illegale farlo? Saranno i giudici a prendersi la responsabilità di dirlo». Era stata la Lega, obtorto collo e sentito il parere dell’avvocatura regionale, a suggerire che il taglio agli emolumenti di fine mandato erogati a 245 ex consiglieri in vigore dal 2015 e fino a fine 2017 dovessero prendersi una pausa in quanto provvedimento provvisorio che, se reiterato senza soluzione di continuità, avrebbe prestato il fianco a ricorsi di ex consiglieri decisi a combattere per il principio dell’inviolabilità del diritto acquisto dalle incursioni della politica. Ricorsi ne hanno presentati molti i 60 ricorrenti ma finora i più importanti li hanno persi. In caso di proroga della legge 43 del 2014, che aveva sancito tagli dal 5 al 15% ai loro vitalizi, ora però avrebbero buone aspettative di vittoria.
La Lega aveva accettato il fermo a denti stretti, fatto buon viso e deciso di rinviare. Ma non era contenta. Anche perché Debora Serracchiani dal Friuli Venezia Giulia ha dato il via libera alla proroga, il Pd a Ferro Fini ha gia chiesto di riproporre il taglio e il M5s ha riproposto la sua ricetta draconiana (niente pensioni e vitalizi per nessuno, gettoni dimezzati a tutti). La materia, in fondo, mette tutti d’accordo nei fondamentali. Così ieri il presidente del Consiglio Regionale Roberto Ciambetti e Zaia hanno riformulato la rotta.
Presidente Zaia, il taglio dei costi della politica è un argomento della sua campagna elettorale, tanto che ha presentato una proposta di legge statale. È tempo di accelerare le decisioni?
«È stato uno sforzo non facile ma la mia amministrazione ha fatto una riforma epocale: abbiamo scelto di eliminare il vitalizio in futuro. Oggi i consiglieri hanno un regime previdenziale a sistema contributivo. Una mia idea che ha trovato favorevole anche il Consiglio. Tuttavia la Regione non deve fare le veci dell’Inps e penso che questo sistema contributivo dovrà essere gestito esternamente, così ciascuno si fa la previdenza per i fatti suoi. La Regione non può mettersi a fare calcoli di pensioni e reversibilità,
non nasce per pagare pensioni».
Ma paga i vitalizi, che raggiungono somme ragguardevole e nel complesso superano le indennità dei consiglieri in carica. Il taglio ha fatto risparmiare 800 mila euro l’anno. Vale la pena prorogarlo?
«Sì, il contributo di solidarietà va stabilizzato: ne ho giusto parlato con Ciambetti stamattina (ieri, ndr) e siamo perfettamente d’accordo anche se i legulei avvertono che sarebbe necessaria una interruzione temporale di qualche mese: per me, per noi, bisogna andare avanti comunque. Saranno i giudici a prendersi la responsabilità di dire che è illegale fare una cosa del genere. Riconosco che c’è un problema giuridico ma la decisione politica è di andare avanti ad oltranza».
Il Veneto attendeva una legge nazionale che legittimasse i tagli. Ma non è arrivata. Che si fa, adesso?
«Eliminati i vitalizi per il futuro, tagliate le indennità nel 2010 prima ancora che ci fosse richiesto, noi in Italia abbiamo anticipato tutti. Io ho presentato una legge di iniziativa nazionale non come via di fuga per togliersi il problema ma per la volontà di dire che noi siamo un granellino di sabbia nel deserto, per dire al Parlamento di guardarsi in casa. Intanto, il presidente della commissione Affari Istituzionali Marino Finozzi sta facendo un bel lavoro di aggregazione delle proposte per un disegno di legge unitario e lo attendiamo fiduciosi. Con un approccio laico, senza fare populismo, dico a chi invece fa populismo, incassando al contempo gli emolumenti: guardate, non è mica vietato rinunciare a vitalizi e indennità. Dopodiché, non faccio la caccia all’untore ma è pure vero che alcune cifre del passato oggi sono fuori dalla storia e che dovrebbe essere il legislatore nazionale a dare la stura ad un ridimensionamento».