Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Faro della Corte dei conti sui progetti Grandi Navi
Il fascicolo dei magistrati. La guerra al Tar tra Porto e Duferco per il terminal al Lido
Un «faro» della procura della Corte dei Conti sulle VENEZIA possibili soluzioni al problema delle grandi navi. I pm contabili hanno aperto un fascicolo sulla base di numerosi esposti e anche degli articoli di giornali di questi mesi. Il procuratore è anche andato in sopralluogo con la Capitaneria di Porto.
Per ora chiamiamolo VENEZIA «faro», perché il fascicolo è stato aperto, ma allo stato continua a incamerare soprattutto gli esposti continui degli ambientalisti e dei No Navi e gli articoli dei giornali. Poi c’è l’aspetto curioso che qualche giorno fa il procuratore regionale della Corte dei Conti Paolo Evangelista è stato notato a bordo di un’imbarcazione della Capitaneria di Porto perché, da buon «foresto», ha voluto sincerarsi in prima persona dei luoghi di cui si parla e su cui, in futuro, potrebbe essere chiamato a decidere in prima persona o attraverso un altro magistrato del suo ufficio. E quindi il procuratore ha visitato le aree di Marghera e ha percorso il canale Vittorio Emanuele, snodi della possibile soluzione futura del problema delle grandi navi da crociera.
La Corte dei Conti sta indagando sulle grandi navi e sulle ipotesi alternative in campo. Sul tavolo del procuratore ci sono gli esposti dei comitati che si oppongono alle soluzioni su cui si sarebbe orientato il governo, tutte interne alla laguna, che secondo gli ambientalisti creerebbero invece un danno ambientale: l’indirizzo del Comitatone dello scorso 7 novembre è infatti quello di creare un nuovo terminal a Marghera per le navi grandissime (fino a 160180 mila tonnellate, il doppio di quelle che arrivano ora), ma di conservare l’attuale Marittima per quelle piccole e di lusso attraverso il percorso davanti a San Marco, valutando infine lo scavo del canale Vittorio Emanuele per conservare anche quelle medie. La procura potrebbe ipotizzare un danno erariale da qualunque scelta intrapresa, trattandosi di maxi-progetti molto costosi non solo dal punto di vista monetario (si parla di oltre cento milioni di euro tra scavi di canali e nuovi terminal), ma anche sociale: ovvio che per esempio una scelta di ridimensionamento della Marittima vanificherebbe decine di milioni di investimenti fatti negli ultimi anni. C’è poi l’eventuale danno ambientale. Va precisato però che la Corte dei Conti non potrebbe comunque indirizzare le scelte, come qualcuno spererebbe, ma valutarle una volta che siano state prese.
Quella contabile non è peraltro la sola giustizia chiamata a dirimere la questione delle crociere. C’è anche il Tar, che dopo essere stato protagonista tre anni fa della clamorosa bocciatura del decreto della Capitaneria sullo stop alle navi oltre le 96 mila tonnellate (limite confermato successivamente grazie a una spontanea decisione delle compagnie per non esacerbare gli animi), è ora chiamato a risolvere un contenzioso incrociato tra Autorità portuale e società Duferco, che con l’ex viceministro Cesare De Piccoli ha proposto un’ipotesi di terminal di scalo alla bocca di porto di Lido, per tenere le crociere fuori dalla laguna: passeggeri e bagagli verrebbero spostati da lì all’attuale Marittima (che resterebbe il terminal per check-in e check-out) e viceversa con delle motonavi innovative a basso impatto dal punto di vista del moto ondoso. Il Porto ha infatti impugnato il decreto di compatibilità ambientale della commissione Via – seppur con prescrizioni – al piano Duferco, pubblicato un anno fa, e l’udienza sarà il prossimo 7 febbraio. Duferco, proprio nei giorni scorsi, ha invece impugnato l’esito del Comitatone.