Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Trovato il testimone dell’omicidio Sfiorato dai proiettili e poi scappato
Il racconto spiegherà il movente. Prende corpo la pista delle rapine ai supermercati
C’era un altro uomo VENEZIA quando Ciro Esposito ha sparato e ha ucciso Ivano Gritti. Dall’altro lato della porta, insieme alla vittima, un giovane è riuscito a schivare i proiettili e a scappare. I carabinieri lo hanno identificato mercoledì sera, a meno di un giorno dall’omicidio di calle de le Chiovere a San Polo. Un delitto che, secondo gli investigatori, altro non sarebbe che la conseguenza di una lite tra Esposito e Gritti, amici da tempo, e sul quale proprio questo terzo uomo potrebbe fare luce, avendo assistito al diverbio. Oggi Esposito comparirà davanti al gip del tribunale di Venezia Massimo Vicinanza per l’udienza di convalida. Napoletano, 51enne che per molto tempo ha vissuto a Chioggia e che da agosto occupava abusivamente un appartamento dell’Ater in centro storico, Esposito era già stato interrogato subito dal pubblico ministero Patrizia Ciccarese, al quale aveva detto di aver sparato perché preso dal panico. I carabinieri hanno ricostruito, anche grazie al suo racconto ciò che è successo, ma la Procura per definire tutti i contorni della vicenda ha disposto una perizia balistica. Stando agli elementi finora raccolti dagli investigatori, era l’una e mezza del mattino quando Gritti, della Giudecca, 47 anni che alle spalle ha diversi precedenti per droga e furti, ha cominciato a battere i pugni sulla porta di casa dell’amico. «Fammi entrare», continuava a gridare. Il 51enne ha premuto il grilletto due volte e uno dei colpi ha raggiunto il veneziano a un occhio. E’ stato questo ad ucciderlo, anche se a confermarlo sarà l’autopsia che eseguirà domani il medico legale Cristina Mazzarollo. I residenti, svegliati dagli spari, avevano lanciato l’allarme. Affacciandosi alla finestra avevano visto il corpo della vittima nel sangue e qualcuno di loro aveva notato un uomo scappare. Un ragazzo di colore, amico di Gritti, che indossava un cappellino da baseball. Era di fianco alla vittima ma non è stato ferito. Sarebbe fuggito correndo e chiamando i soccorsi. La sua versione dei fatti sarà fondamentale per definire il movente dell’omicidio che, al momento, non è chiaro. Da una parte, Esposito sostiene di non aver sparato per uccidere. «Ho avuto paura che qualcuno volesse farmi del male», aveva detto al pubblico ministero, sostenendo di non aver riconosciuto la voce di Gritti. Ma questo non ha convinto i familiari della vittima. I due erano troppo amici, quasi una famiglia. Secondo i carabinieri c’è di più. Primo perché Esposito ha sparato ad altezza d’uomo e, secondo, perché alcuni testimoni li avrebbero sentiti discutere. Il motivo potrebbe essere legato a un sospetto che gli investigatori stanno cercando di confermare. E cioè che Gritti ed Esposito fossero coinvolti nelle rapine a tre supermercati del centro storico nelle ultime settimane. Le descrizioni fisiche fornite dai derubati corrisponderebbero e, come queste, anche quelle sulla pistola che potrebbe essere la stessa impugnata da Esposito l’altra notte: una calibro 9 clandestina con matricola abrasa. Tra i residenti, però, c’è anche chi sostiene che entrambi facessero parte di un giro di droga. Il motivo della lite potrebbe essere legato a questioni economiche ma gli investigatori al momento non si sbilanciano. E, come loro, anche gli amici più stretti della vittima. A cominciare da R.P., compagna di Gritti che, contattata, ha chiesto di essere lasciata in pace. «Questi eravamo noi prima che gli altri ci distruggessero la vita. Ora niente può tornare e mi rimane solo qualche foto e tanto dolore», ha scritto ieri su Facebook, allegando un’immagine. Il profilo di Gritti nelle ultime ore si è riempito di messaggi di addio
La fidanzata di Gritti
Eravamo felici, ci hanno distrutto la vita