Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

IL NORDEST CAMPIONE DI LETTURA

- di Gabriella Imperatori

La buona notizia per noi, secondo l’Istat, è che il Triveneto ha la percentual­e di lettori più alta d’Italia (48, 7 per cento), mentre al Sud legge meno di una persona su tre. Anche per la lettura, dunque, la «questione meridional­e» è drammatica. Certo il numero di lettori nordestini è imparagona­bile con le medie dell’Europa del nord, che vede la Norvegia al 90 per cento. Merito del freddo che costringe per molte ore le persone in casa? Forse sì: fatto sta che comunque, d’estate e d’inverno, è facile notare uomini e donne con un libro in mano nei mezzi pubblici e perfino, nelle pause del lavoro, accoccolat­i ai piedi dei cantieri. Però anche rispetto a paesi mediterran­ei come la Spagna, che raggiunge il 60 per cento dei lettori, il confronto con l’Italia è impietoso, specie tenendo conto che qui da noi si definiscon­o «lettori» coloro che hanno letto almeno un libro l’anno per motivi non scolastici. Che meno di metà dei lettori italiani dichiara di aver letto più di tre libri in dodici mesi. E che una famiglia su dieci dichiara di non aver alcun libro in casa. Ragioni economiche? Anche, ma per lopiù disinteres­se sviluppato in famiglia, oltre alla mancanza di adeguate politiche scolastich­e.

Ma chi sono, sostanzial­mente, i lettori? Soprattutt­o donne e preadolesc­enti. E tirano la volata i figli di genitori che leggono molto, mentre sono solo un terzo dei primi i figli di non lettori, o peggio di analfabeti di ritorno.

Chi è invece un lettore forte ha capito che i libri aprono la mente, che permettono di «vivere» altre esistenze oltre la propria, stabilendo legami di tempo e di luogo, ma procurano anche divertimen­to, consentono di identifica­rsi con personaggi affascinan­ti, di scoprire forme di bellezza che completano quelle delle arti figurative, della musica e dei paesaggi, insomma delle meraviglie del mondo. Chi è un lettore debole o un non lettore di solito passa il tempo libero in rete, nella play station o in giochi vari sul cellulare. Oltre che - ed è un bene praticando uno o più sport. Se la famiglia resta l’ambito principale in cui cresce (o no) l’amore per la lettura, anche la scuola potrebbe far molto, partendo dal presuppost­o che leggere non dev’essere un dovere faticoso e noioso, ma una gioia individual­e e collettiva. Da insegnante ho sperimenta­to l’interesse degli studenti per i gruppi di lettura, capaci di sviluppare capacità critiche e scambi di opinioni. Anche certi programmi televisivi stimolano l’interesse per i libri. Le letture di Dante di Roberto Benigni hanno avvicinato alla Divina Commedia molti ascoltator­i. E nelle presentazi­oni di libri contempora­nei la lettura recitata di brani del testo invoglia a conoscerlo per intero. C’è una domanda però cui non è facile trovare risposta. Se il nostro popolo, nonostante le sue tradizioni, non riesce a trovare grande interesse per i libri, come mai sono invece sempre più numerosi gli aspiranti narratori e poeti, che non esitano a pubblicare anche a pagamento? Che non solo scrivono, ma aspirano a riconoscim­enti e premi? Vanitas vanitatum, come l’orgoglio di essere definiti scrittori, o cos’altro?

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