Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
IL NORDEST CAMPIONE DI LETTURA
La buona notizia per noi, secondo l’Istat, è che il Triveneto ha la percentuale di lettori più alta d’Italia (48, 7 per cento), mentre al Sud legge meno di una persona su tre. Anche per la lettura, dunque, la «questione meridionale» è drammatica. Certo il numero di lettori nordestini è imparagonabile con le medie dell’Europa del nord, che vede la Norvegia al 90 per cento. Merito del freddo che costringe per molte ore le persone in casa? Forse sì: fatto sta che comunque, d’estate e d’inverno, è facile notare uomini e donne con un libro in mano nei mezzi pubblici e perfino, nelle pause del lavoro, accoccolati ai piedi dei cantieri. Però anche rispetto a paesi mediterranei come la Spagna, che raggiunge il 60 per cento dei lettori, il confronto con l’Italia è impietoso, specie tenendo conto che qui da noi si definiscono «lettori» coloro che hanno letto almeno un libro l’anno per motivi non scolastici. Che meno di metà dei lettori italiani dichiara di aver letto più di tre libri in dodici mesi. E che una famiglia su dieci dichiara di non aver alcun libro in casa. Ragioni economiche? Anche, ma per lopiù disinteresse sviluppato in famiglia, oltre alla mancanza di adeguate politiche scolastiche.
Ma chi sono, sostanzialmente, i lettori? Soprattutto donne e preadolescenti. E tirano la volata i figli di genitori che leggono molto, mentre sono solo un terzo dei primi i figli di non lettori, o peggio di analfabeti di ritorno.
Chi è invece un lettore forte ha capito che i libri aprono la mente, che permettono di «vivere» altre esistenze oltre la propria, stabilendo legami di tempo e di luogo, ma procurano anche divertimento, consentono di identificarsi con personaggi affascinanti, di scoprire forme di bellezza che completano quelle delle arti figurative, della musica e dei paesaggi, insomma delle meraviglie del mondo. Chi è un lettore debole o un non lettore di solito passa il tempo libero in rete, nella play station o in giochi vari sul cellulare. Oltre che - ed è un bene praticando uno o più sport. Se la famiglia resta l’ambito principale in cui cresce (o no) l’amore per la lettura, anche la scuola potrebbe far molto, partendo dal presupposto che leggere non dev’essere un dovere faticoso e noioso, ma una gioia individuale e collettiva. Da insegnante ho sperimentato l’interesse degli studenti per i gruppi di lettura, capaci di sviluppare capacità critiche e scambi di opinioni. Anche certi programmi televisivi stimolano l’interesse per i libri. Le letture di Dante di Roberto Benigni hanno avvicinato alla Divina Commedia molti ascoltatori. E nelle presentazioni di libri contemporanei la lettura recitata di brani del testo invoglia a conoscerlo per intero. C’è una domanda però cui non è facile trovare risposta. Se il nostro popolo, nonostante le sue tradizioni, non riesce a trovare grande interesse per i libri, come mai sono invece sempre più numerosi gli aspiranti narratori e poeti, che non esitano a pubblicare anche a pagamento? Che non solo scrivono, ma aspirano a riconoscimenti e premi? Vanitas vanitatum, come l’orgoglio di essere definiti scrittori, o cos’altro?