Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Maxi appalto sulle mense sotto la lente di Cantone
Dussman contro Serenissima, esposto all’Anac
E’ scontro sul mega VENEZIA appalto da 303 milioni per i servizi di ristorazione della sanità veneta, assegnato al colosso vicentino Serenissima Ristorazione. La gara, indetta dall’Azienda Zero sul 95% dei servizi, è oggetto di un esposto all’Anac di Raffaele Cantone da parte di una società concorrente, la Dussmann Service di Milano, che parla di «risultato pressoché scontato della gara» e «allarmanti anomalie e vizi». Dussmann sottolinea anche come a vincere sia sempre la stessa azienda.
Martina Zambon
Un appalto da 303 milioni VENEZIA di euro per 7 anni di contratto e una gara in cui, ancora una volta, la vicentina Serenissima Ristorazione si è aggiudicata praticamente tutto. Sei maxi-lotti su sei, per la precisione, arrivando a coprire il 95% dei servizi di ristorazione della sanità in Veneto. L’esito della gara indetta dall’Azienda Zero è, ora, oggetto di un articolato esposto all’Autorità nazionale anti corruzione (Anac) di Raffaele Cantone da parte di una società concorrente, la Dussmann Service di Milano, fra i principali player del settore che, nelle 18 pagine recapitate all’Anac pochi giorni prima di Natale, parla di «risultato pressoché scontato della gara», «allarmanti anomalie», aggiungendo che «appare alquanto strano che sia sempre e solo un’unica società a meritare il massimo del punteggio nell’offerta nonostante i molteplici e specifici requisiti richiesti dal disciplinare di gara». Il colosso berico delle mense, che conta su 7000 dipendenti e che può vantare commesse di tutto rispetto a partire dal policlinico Gemelli di Roma, è noto anche per una querelle giudiziaria sul cofinanziamento del centro di cottura di Boara Pisani, in Polesine, da parte della Regione, anche se la struttura è poi rimasta in capo all’azienda. Inoltre, la Serenissima è balzata agli onori delle cronache pure per il suo patron, quel Mario Putin che fu fra i principali sponsor dell’allora governatore Giancarlo Galan. Una società potente che finisce, ora, sotto la lente di Cantone. Fra gli elementi contestati dalla Dussmann c’è il mancato rispetto della normativa in codice di appalti e direttive europee per favorire l’accesso a questo tipo di mercato da parte di micro, piccole e medie imprese. In questo senso, la suddivisione di appalti così consistenti in lotti dovrebbe effettivamente agevolare la partecipazione di società più piccole. Non è questo il caso visto che i lotti individuati erano comunque «maxi», da un minimo di 31 a un massimo di 67 milioni scarsi. I numerosi richiami dell’esposto sono al Codice dei contratti pubblici del 2016 e alla direttiva Ue 24 del 2014. Quest’ultima considera gli appalti pubblici «un importante motore di crescita dell’economia europea attraverso l’ampliamento della partecipazione delle piccole e medie imprese».
In buona sostanza, sempre secondo la Dussmann, i principi della libera concorrenza sarebbero stati sistematicamente violati e il bando sarebbe stato, di fatto, tailor made, tagliato su misura per l’azienda vicentina; al punto che, rileva l’esposto, molti «big» del settore non hanno ritenuto di partecipare dando la battaglia per persa in partenza. Dussmann specifica che la stazione appaltante, infatti, ha facoltà di limitare il numero massimo di lotti che possono essere aggiudicati a un solo offerente.
Anche se è pur vero che l’unico altro gruppo, fra gli otto partecipanti, ad aver corso per tutti e sei i lotti è stato proprio Dussmann.