Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Nessun rischio per la salute» Bonifiche, il nodo di tempi e costi
L’esperto: possono servire anni. La società: faremo quanto necessario
Oggi tutti parlano di un’«area dorata». Ma perché quando nell’ottobre del 2005 il Demanio mise all’asta quei 42 ettari, Porta di Venezia fu l’unica a presentare una busta, con un’offerta di circa 5 milioni? «I Pili sono strategici e meravigliosi, ma pieni di vincoli onerosi», sospira Giuseppe Venier, che guida il gruppo Umana. Vincoli paesaggistici, di cui si occuperà la Soprintendenza. Vincoli aeroportuali, di competenza dell’Enac. Si parla di Unesco, di Palav. Ma soprattutto i vincoli ambientali legati alle bonifiche. Un tema affrontato a lungo ieri da Venier e da Luca Gatto, avvocato di Umana e amministratore di Porta di Venezia. «L’area attualmente è sicura e non necessita di misure di prevenzione particolari», hanno assicurato. Nei giorni scorsi, infatti, un’interrogazione del senatore Mdp Felice Casson e un’interpellanza in Comune del Gruppo Misto avevano risollevato il tema dei rischi attuali legati ai fosfogessi sotto terra e alla radioattività. «Le misure di prevenzione hanno presupposti precisi - ha sottolineato Gatto - serve l’attualità dell’inquinamento, che in questo caso risale a decenni fa, e il rischio di aggravamento». Per questo la società nel 2011 e nel 2016 ha impugnato i provvedimenti del ministero dell’Ambiente, che imponevano caratterizzazione e bonifica, ma il Tar non ha fissato l’udienza. «L’area è stata messa in sicurezza già anni fa con i marginamenti del Magistrato alle Acque - ricorda Venier - Quando realizzeremo l’intervento, la bonifica verrà fatta nelle modalità dovute. E sarà molto costosa».
Il primo passo sarà l’analisi del quantitativo di fosfogessi, dopo che già tra il 1998 e il 1999 il Magistrato alle Acque aveva rilevato «un’anomalia significativa di livelli di radioemissioni». Ora servono nuovi controlli. «Senza numeri e dati precisi ogni valutazione è spannometrica», premette il professore Antonio Marcomini, direttore del Dipartimento Ambiente di Ca’ Foscari. Servirebbero circa 3 mila campioni .« Più la caratterizzazione è accurata, meno costano gli interventi di messa in sicurezza - spiega Marcomini - nel caso dei Pili direi che la spesa potrebbe essere trai 2 e i 3 milio nidi euro e item pi non sono lunghi: mesi, non anni ». Le bonifiche, invece, oggi restano un’incognita. «Con la semplificazione burocratica recente, l’attesa per il via libera è di qualche mese - spiega ultimati i cantieri servono controlli e certificazioni di collaudo». Il tipo di disinquinamento dipende poi dal futuro dell’area. «Un conto è se si insediano attività industriali, commerciali o parcheggi aggiunge - In caso di hotel o palasport si deve invece procedere come per il residenziale, ai massimi livelli». Se l’inquinamento è limitato, basta la fitodepurazione, economica ma lunga nel tempo («uno o due anni»), c’è quindi il lavaggio del suolo (qualche mese), la pulitura con microorganismi e quindi le tecnologie avanzate elettrochimiche, veloci ma costose.