Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Calci e pugni, il nostro lavoro nel mirino»
«Anche io son o stato portato in tribunale da un passeggero. Per fortuna che c’era una testimone che mi ha salvato». A raccontarlo è un capotreno veronese, anonimo, da 24 anni in Trenitalia.
«Lavoro per VENEZIA Trenitalia da oltre 24 anni, e negli ultimi anni sono stato aggredito cinque volte». A parlare è un capotreno veronese, da anni in servizio sui regionali veneti. Alla notizia della condanna del suo collega, si è detto subito disponibile a raccontare la sua esperienza, anche perché lui stesso è stato trascinato in tribunale da un passeggero. «Però non metta il mio nome, - si raccomanda -. Non vorrei ci fossero ritorsioni».
Qual è stato l’episodio più grave in cui è stato coinvolto?
«Era il 2012, stavo facendo servizio sulla tratta VeronaMilano. In prima classe c’era una donna con un abbonamento per la seconda. L’ho invitata a spostarsi e, al suo rifiuto, ho iniziato a compilare la multa. Lei a quel punto mi ha mollato uno schiaffo e mi ha preso a calci. Poi si è chiusa in bagno, da dove ha chiamato il 118 urlando che era inseguita dal capotreno. All’arrivo a Milano, ho trovato i poliziotti. Solo che aspettavano me».
E quindi che è successo?
«La mia fortuna è stata che, ad assistere alla scena, ci fosse anche una donna, avvocato, disponibile a testimoniare in mio favore e a raccontare quanto successo».
Si è salvato quindi.
«Sì, ho potuto sporgere denuncia per aggressione e la donna ha patteggiato dieci mesi. Ma senza testimone, sarei rovinato».
Per gli altri episodi di aggressione non ha neanche sporto denuncia.
«Non volevo passare per quello che fa polemiche».
Come potrebbe risolversi il problema sicurezza?
«Servono due controllori: sarebbero più tutelati i passeggeri, ma anche i dipendenti».
Qual è il problema principale che dovete affrontare tutti i giorni?
« Le leggi sono troppo vecchie e non tengono conto dei cambiamenti della società. Un tempo essere sorpresi senza biglietto significava essere messi alla gogna. Oggi invece è un vanto per i “furbetti”. Senza contare il pericolo cui le donne capotreno sono sottoposte di continuo. Trenitalia ha cercato di porre rimedio con le squadre di agenti che salgono a bordo dei treni, ma non ha risolto la situazione, ci ha solo messo una pezza».