Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Grandi gruppi per la caserma Miraglia
Scaduti i termini per le offerte. I progetti di resort e darsena presentati a primavera
Gli investitori ci sono, nazionali e internazionali. Allo scadere dei termini ieri pomeriggio Difesa Servizi (la società in-house del ministero) ostentava soddisfazione per come è andata la prima fase delle manifestazioni di interesse per la caserma Miraglia all’isola delle Vignole. Sarà realizzato un resort con darsena. Dopo la prima scrematura partirà la seconda fase della gara con i progetti veri e propri, che saranno presentati entro primavera.
Gli investitori ci sono, nazionali e internazionali. Allo scadere dei termini ieri pomeriggio Difesa Servizi (la società in-house del ministero) ostentava soddisfazione per come è andata la prima fase delle manifestazioni di interesse per la caserma Miraglia all’isola delle Vignole. Dovevano avere almeno 50 milioni di euro in progetti o in fatturato e la disponibilità a metterne a disposizione altri undici per il trasferimento dei lagunari. C’è tutto, adesso partirà la fase di analisi e valutazione dei candidati, che sfocerà nella fase decisiva, quella delle lettere ad invito. Sarà in quel momento che gli investitori, che hanno deciso di puntare su Venezia, sveleranno le loro carte presentando il progetto di recupero e di riqualificazione (con tutte le specifiche tecniche) del l ’ area. «Un’impresa complicata, non solo perché è sempre difficile la conversione da uso militare a civile, ma anche in virtù delle particolarità di questo luogo — aveva detto qualche mese fa nel lanciare l’operazione il ministro della Difesa Roberta Pinotti, proprio dalle Vignole — Si tratta però della più bella e suggestiva tra le operazioni che stiamo portando avanti, che quando sarà conclusa rappresenterà una grande vittoria per lo Stato italiano, coinvolto ad ogni livello, da quello centrale alla dimensione comunale». E’ chiaro che la sua destinazione «naturale», per rendere economico l’investimento, è un resort, anche perché l’area, con tanto di darsena (non solo per i ricchi turisti ma anche per i veneziani ha voluto sottolineare il sindaco Luigi Brugnaro), si presta a una simile soluzione. Ai militari del reggimento lagunari resterà uno spazio riservato per le esercitazioni, ma alloggi, uffici e magazzini saranno tutti trasferiti nella caserma di Mira.
L’obiettivo è concludere l’assegnazione entro la primavera per poi dare spazio ai lavori che trasformeranno gli spartani edifici dell’esercito in strutture ricettive turistiche. Per capire quello che è stato denominato «Progetto Venezia» dal ministero della Difesa, bastano pochi numeri e un po’ di storia: 197 mila metri quadrati sulla laguna, trenta costruzioni e un canale navigabile di 800 metri di lunghezza e trenta di larghezza ( l’idroscalo) da una parte; centro di addestramento militare fin dal 1884, base di partenza degli idrovolanti e di Gabriele D’Annunzio per molte delle sue imprese dall’altra.
Resort e marina la nuova vita dell’isola (ma senza nuovi edifici, i volumi dovranno rimanere quelli di oggi) dopo la gara per la concessione di 50 anni che bandirà Difesa Servizi, la società del ministero che si è fatta assistere nel ruolo di advisor della Cassa Depositi e prestiti. «Del resto Venezia può contare su 30 milioni di turisti all’anno, è il posto più sicuro al mondo, ed è molto collegato — aveva detto nel lanciare il progetto Aldo Mazzucco, amministratore delegato della Cdp — Su questi tre pilastri si svilupperà la ricerca di investitori».
Non a caso tra i candidati pare ci siamo grandi società di resort che hanno intenzione di puntare su attività convegnistiche e aziende internazionali. Anche grazie alla posizione privilegiata a dieci minuti dal canale della Giudecca e da una quindicina da Murano. Gli investitori ci sono, presto sarà redatta la short list che porterà alla gara vera e propria che disegnerà la nuova vita della caserma Miraglia, dell’idroscalo e dell’isola delle Vignole. Eppur si muove, anche perché lo Stato ha in portafoglio altre isole: il faro Spignon e Poveglia (che Brugnaro voleva trasformare in un ospedale), Sant’Angelo e San Giacomo.
I tempi
L’area sarà data in concessione per 50 anni