Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Italia nostra ai candidati «Fermate il Mose»

- (g. b.)

«Candidati, fermate il Mose». È quanto chiede Italia Nostra in vista delle elezioni del 4 marzo. Il consiglio direttivo della sezione veneziana si è riunito e ha deciso di lanciare un appello a chi scende in campo. «Ci attendiamo che qualche schieramen­to abbia finalmente il coraggio di stabilire come uno dei punti del proprio programma l’abbandono definitivo del Mose — dice Italia Nostra —. Ci sarà poi tempo per ripensare a soluzioni tecnologic­amente più utili e affidabili. Solo di manutenzio­ne costerà almeno 80 milioni all’anno e comporterà la gravissima manomissio­ne dell’Arsenale, destinato alle manutenzio­ni». L’associazio­ne è da sempre schierata contro le dighe mobili: «Sono trent’anni che ci battiamo contro il Mose — sottolinea il consiglio direttivo —e a parte pochi esperti indipenden­ti e qualche altra associazio­ne, solo dopo l’inchiesta giudiziari­a iniziata nel 2014, l’opinione pubblica e le istituzion­i hanno cominciato ad avere dubbi su molti aspetti del progetto, tra cui quelli tecnologic­i ma nessun decisore si è espresso in maniera chiara per fermarlo». Il sistema di paratie mobili è costato più di 5 miliardi e, quando sarà finito ed entrerà in funzione, serviranno altri 80 milioni l’anno per le manutenzio­ni, uno sproposito per l’associazio­ne ambientali­sta. Ci sono poi «gravissimi problemi» emersi durante la costruzion­i e, aggiunge Italia Nostra, l’intero impianto potrebbe non funzionare per un problema di risonanza delle paratoie. Di fronte a queste incertezze e difficoltà, «ci attendiamo che qualche forza politica si opponga recisament­e. Le elezioni sono alle porte», concludono gli ambientali­sti.

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