Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Morandi tra selfie (vietati) e autografi «Pronto a lanciarmi dal campanile e a fare un concerto in aiuto a Venezia»

- Giulia Busetto

«Buttarmi dal MARCON campanile di San Marco per il Carnevale? Guarda: se ho volato con Rovazzi, posso volare anche da lì». Tra Gianni Morandi e Venezia è nato un amore. Cosa fosse il volo dell’aquila l’ha scoperto solo ieri, ma si è già scherzosam­ente candidato per l’edizione 2019. «Ah, fanno questo? Ma si lanciano veramente? Legati... spero», si domanda ridendo. E a chiedergli se organizzer­ebbe mai un concerto per raccoglier­e fondi a sostegno di Venezia, ci starebbe pure. «Certo che lo farei. Bisogna fare di tutto per conservarl­a. È una delle città più incredibil­i e uniche al mondo. Ma non so se un mio concerto basterebbe...». Beata modestia, perché l’eterno ragazzo di fan ne ha a milioni, non solo sui social. Basta un colpo d’occhio sulla folla che ieri si è fatta ore di fila per il «firma copie» del suo nuovo album, al centro commercial­e Valecenter di Marcon. «Siamo arrivate con due ore d’anticipo per assicurarc­i la prima fila — attendono due quarantenn­i armate di cd, vinili e biglietti per il concerto di Jesolo - non potevamo perdere l’occasione». Selfie vietati. Proprio con l’artista che negli ultimi anni ha fatto dell’autoscatto condiviso il suo marchio social. Ma i migliaia di fan da accontenta­re sarebbero troppi. «Qualche autoscatto lo concedo comunque — confessa sottovoce — non si può passare una giornata senza selfie, o foto di Anna». Ad attenderlo anche un gruppo di 5 fans sfegatati, disabili del centro diurno Santa Maria Madre Nostra della Cipressina, che hanno commosso l’artista dietro le quinte consegnand­ogli un fotoromanz­o interpreta­to da loro e ispirato alla canzone «Fatti mandare dalla mamma». Non solo cd autografat­i del suo quarantesi­mo album di inediti, ieri, ma anche strofe di «In ginocchio da te» e «C’era un ragazzo...», intonate a cappella. Canzoni vecchie quanto la sua storia d’amore con il Veneto: «A quell’epoca partivo con il pullman da Monghidoro per venire all’Arena a vedere l’Aida. Il giornalaio del mio paese organizzav­a il viaggio, ero un ragazzino, poi sono venuto a cantare qui già nel mio esordio. La gente risponde sempre bene in Veneto». Il suo posto fortunato? Jesolo. È la seconda volta che partirà con il tour proprio, il 22 febbraio. «È successo anche 3 anni fa, con Baglioni. Jesolo, perché mi porta sempre una gran fortuna».

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