Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Due risotti a piacere 166 euro attenti è una trappola per turisti» Centinaia di recensioni negative

- Sara D’Ascenzo

VENEZIA Non è un complotto, piuttosto l’ammutiname­nto di un esercito di clienti. A scorrere le 19 pagine di recensioni su TripAdviso­r dell’Osteria da Luca, gli indizi per non mettere piede nel locale ci sono tutti. Il super conto da 1143 euro non sarebbe un caso isolato e le recensioni negative non mancano. L’ultima, strappacuo­re, giusto lunedì, a pochi giorni dall’esplosione del caso: FDArounthe­world, questo il nickname del cliente, racconta di aver pagato 240 euro per 4 panini e 4 birre medie. La signora, la cui recensione si intitola «Italiani vergognosi. Mai più a Venezia» la ricorda con dolore: «Ho visto piangere le due sorelle mie clienti ed è come se fossi stata male anche io – scrive FDArounthe­world -. Avete distrutto il sogno di tre turiste brasiliane di origini italiane che non erano mai state in Italia». In serata il post è scomparso è Tripadviso­r se n’è assunto la responsabi­lità spiegando al Corriere del Veneto: «Gli articoli apparsi sui media a proposito del ristorante hanno provocato un attacco alla pagina dello stesso su TripAdviso­r con recensioni non riferite a esperienze di prima mano. Alla luce di questo, abbiamo stabilito che alcune recensioni sul ristorante violavano le nostre linee guida sulle esperienze in prima persona e di conseguenz­a sono state rimosse».

Su 329 ne state tolte 8. Il tono dei commenti rimasti resta fortemente negativo su tutta la linea. Come la signora di Gravina di Puglia che racconta di essersi fermata nell’osteria «per la stanchezza dei miei genitori» e di essersi ritrovata un conto da 57 euro per tre pizze surgelate e una bottigliet­ta d’acqua da 75 centilitri. O come la coppia di turisti che il 28 aprile dello scorso anno ha speso 218,40 per una caprese, un branzino alla griglia e un piatto di scampi alla griglia, una caraffa di bianco (ma avevano chiesto un bicchiere), un gin tonic, cappuccini, patate fritte e una maggiorazi­one imprecisat­a di 23 euro. «Mi aspettavo un conto da 120 euro – scrive il marito – avendo mangiato in altri posti. Usciti siamo andati a fare denuncia alla polizia ma hanno detto che non erano interessat­i». O ancora, ed è abbastanza clamoroso, un conto da 308 euro per due piatti di spaghetti (vongole e frutti di mare), due risotti «a piacere» (del costo di 166 euro) un litro d’acqua (e una maggiorazi­one di 23 euro) inflitto, ed è proprio il caso di dirlo, a una famiglia di turisti cinesi, connaziona­li della proprietar­ia.

A leggere le recensioni e a vedere i molti scontrini pubblicati dai clienti inferociti - su 329, 265 dicono «pessimo», 6 «eccellente», 14 «molto buono», 19 «nella media», 25 «scarso» - emerge anche che il locale non brilla per pulizia e il servizio, nonostante l’insegna reciti «no coperto», può incidere anche per il 18% sul conto. Gli scontrini «pazzi» raccontano di 2 pizze e due bottigliet­te d’acqua a 40 euro, due frittelle e un caffè 11 euro, due pizze e due Coca cola 50 euro, 4 panini e due caffè 64 euro, tre primi 90 euro, spesso con scontrini dove la scritta «non fiscale» fa bella mostra di sé. Impietosi, di conseguenz­a, i giudizi, molti da turisti stranieri: «rapina a mano armata», «conto col passamonta­gna», «peggior posto del mondo», «solo per disperati», «una chiavica» (da un turista napoletano), «Io Luca non l’ho visto», scrive un cliente che nota l’assenza di italiani pur recitando orgogliosa­mente l’insegna «cucina venexiana», «da evitare come la peste e l’ebola». E la sintesi di tutto: «Trappola per turisti».

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