Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Mose, paratoie concluse a Chioggia E a primavera torna la nave jack-up
Mantovani ancora in attesa di riprendere i lavori alle bocche di porto
VENEZIA Ieri è stata posata l’ultima delle 18 paratoie alla bocca di porto di Chioggia, l’ultima arrivata dopo le barriere di Lido Treporti e Malamocco. Al completamento del sistema «core» del Mose mancano ormai «solo» i venti elementi della diga mobile a Lido San Nicolò. I lavori inizieranno in primavera, tra marzo e aprile e per l’occasione si vedrà all’opera il famoso Jack-up, la nave-macchinario per la posa e lo smontaggio delle paratoie costata oltre 50 milioni di euro che dopo il varo dell’ottobre 2014 aveva smesso di funzionare. Altri tempi, la grande inchiesta era ancora di là da venire, i commissari del Consorzio Venezia Nuova avevano poi stoppato la realizzazione del secondo prototipo.
Rimesso in funzione l’esemplare unico, in primavera sarà al lavoro per collocare in opera le paratoie realizzate dalla Brodosplit a Spalato, che ha vinto l’appalto. La tecnica di posa sarà la medesima sperimentata a Chioggia con la cavalletta della ditta Fagioli in luogo del prototipo, il personale Comar e la control room gestita da Consorzio Venezia Nuova: si attende il morto d’acqua (la fase di stasi tra una fase di marea e l’altra) e si procede fermando le imbarcazioni. Il coinvolgimento della Capitaneria di Porto sarà essenziale anche per il test sulle paratoie posate a Malamocco, il cui funzionamento non è stato ancora sperimentato: poiché è la bocca di porto dalla quale passano tutte le navi commerciali, sarà testata per porzioni e tenendo conto del traffico marittimo. Identico modello sarà poi replicato sulle paratoie appena montate a Chioggia. Intanto, Mantovani non ha ancora ripreso il lavoro nei cantieri: deve realizzare le opere civili a coronamento dei cassoni a San Nicolò e il capannone per la manutenzione all’Arsenale ma è in attesa del perfezionamento degli accordi con i commissari del Consorzio per 35 milioni di lavori, dai quali dipende la trattativa sindacale per gli ulteriori 72 esuberi oltre ai 100 consolidati lo scorso anno. Nel frattempo è stato sciolto il nodo su Condotte, che ha chiesto il concordato preventivo: il Mose resta una commessa centrale ed è stato superato con unanime accordo l’ostacolo dello statuto del Consorzio che prevederebbe la fuoriuscita per le imprese che accedono alla procedura concorsuale.