Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Ca’ Farsetti niente disdetta «Discutiamo» Sigle all’attacco

- Gi Co.

Naufragata la conciliazi­one, resta in piedi la trattativa, che riprenderà il 7 febbraio. L’epopea del contratto collettivo decentrato integrativ­o per i lavoratori del Comune continua. Ieri, davanti al giudice del lavoro, c’era l’udienza del ricorso con cui i sindacati avevano impugnato l’accordo-bis tra Ca’ Farsetti e la sola Cisl, dopo che il tribunale aveva cancellato il primo contratto; il Comune aveva riaperto le trattative, ma poi ne ha firmato un altro simile nei contenuti ma aperto a modifiche. Questo comportame­nto ha spinto Cgil, Uil, Csa, Diccap e Cobas a rivolgersi di nuovo al tribunale, a più riprese, e il giudice aveva proposto come soluzione di disdire il contratto dall’1 gennaio, condizione che Ca’ Farsetti non ha voluto rispettare. «Siamo aperti alla discussion­e, e il 7 febbraio ci siederemo al tavolo – ha spiegato l’assessore al Personale, Paolo Romor – ma non possiamo restare senza contratto: il Carnevale è alle porte e serve a disciplina­re servizi e impegni dei dipendenti; il testo è poi stato firmato legittimam­ente con la Cisl e se decidessim­o di cestinarlo sarebbero loro a poterci accusare di condotta antisindac­ale. Per la vertenza delle altre sigle, invece, un giudice si è già espresso, dandoci ragione». Diversa la tesi delle sigle avversarie: «Già nel 2017 l’amministra­zione aveva affrontato i primi mesi dell’anno, comprese le giornate di Carnevale, senza un contratto decentrato e quindi è del tutto falso affermare che la disdetta avrebbe prodotto rischi per i servizi ai cittadini - ricordano Daniele Giordano della Cgil, Sergio Berti di Csa, Luca Lombardo di Diccap e Mario Ragno della Uil – Questo condizione­rà inevitabil­mente la trattativa, dato che è evidente la volontà del Comune di imporre il proprio punto di vista». Ancora più dura la replica dei Cobas: «Bisogna ripartire dal referendum interno tra i lavoratori, che aveva bocciato in toto l’accordo. Ecco perché siamo contrari a qualsiasi mediazione». A cercare di stemperare le polemiche Carlo Alzetta, per la Cisl, che difende l’operato della sua sigla: «Il testo è frutto di una contrattaz­ione lunga, che ci ha permesso di strappare risultati importanti, ma siamo comunque pronti ad ascoltare». «Brugnaro perde il pelo ma non il vizio: difficile pensare in grande per Venezia se poi non si tiene neppure fede alla parola data di fronte ad una sentenza», commenta invece il deputato di Liberi e Uguali Michele Mognato.

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