Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

L’invasione di brasiliani nelle valli del Bellunese «Discendent­i di emigrati»

- Ciociola

VENEZIA Rappresent­ano quasi la metà della popolazion­e di Val di Zoldo e Longarone, ma sono nati in Brasile e sono discendent­i di bellunesi emigrati nell’Ottocento. Ora si presentano in massa negli uffici anagrafe per chiedere la cittadinan­za italiana, utile per muoversi in Europa. Accompagna­ti, spesso, da figure sospette. Al punto che il sindaco di Val di Zoldo si è rivolto alla questura.

VENEZIA Hanno fatto le valigie e intrapreso un viaggio uguale e contrario a quello compiuto, quasi duecento anni fa, dai propri antenati, emigrati dalle valli bellunesi fino al Sud America. E così ora si scopre che anche paesi come Val di Zoldo e Longarone sono investiti da quel fenomeno dell’emigrazion­e di ritorno dal Brasile. A farlo presente sono gli stessi sindaci dei due comuni, rispettiva­mente Camillo De Pellegrin e Roberto Padrin. A Val di Zoldo, 3200 residenti, sono 1530 gli iscritti all’Aire, l’Anagrafe italiani residenti all’estero, e tra questi 603 provengono proprio dal Paese carioca. Dati che fanno il paro con Longarone, dove su 6777 residenti, 2508 sono registrati all’Aire.

Numeri straordina­ri che sono in linea con una tendenza iniziata nel 2007, quando il Brasile ha sottoscrit­to con l’Italia un protocollo che permette di chiedere la cittadinan­za italiana basandosi sullo ius sanguinis: basta cioè dimostrare di avere un antenato italiano. Questo permette ai brasiliani di chiedere la residenza e poi, come ultimo step, la cittadinan­za. «Il nostro paese nell’Ottocento ha avuto una lunga tradizione di emigrazion­e in Brasile -spiega il sindaco di Val di Zoldo De Pellegrin -. Siamo gemellati con una la cittadina di Rio Jordano, dove molti parlano ancora il nostro dialetto». Una storia che si rispecchia a Longarone. «Urussanga, in Brasile - spiega Padrin - fu fondata da longarones­i, e il nucleo veneto è molto presente lì».

Nonostante questo, però, negli ultimi mesi l’arrivo di cittadini brasiliani ha assunto contorni sconcertan­ti. «Molti, visti i cognomi come De Bona o Pez tipici di Longarone, chiedono la cittadinan­za per poter ottenere prima di tutto la residenza - aggiunge Padrin -: vivono in paese qualche tempo e poi si spostano all’estero, soprattutt­o verso la Germania, dove lavorano come gelatai. L’impression­e è che la richiesta della cittadinan­za sia finalizzat­a proprio ad ottenere un documento comunitari­o con cui poter girare in Europa». «A Zoldo si fermano giusto il tempo per fare in modo che i vigili verifichin­o la loro presenza in paese - aggiunge De Pellegrin - e poi spariscono. Con tutti i dovuti problemi a livello elettorale». Perché, insieme alla cittadinan­za, ottengono anche il diritto di voto. «Il problema è che questi spariscono, con il rischio di non far raggiunger­e il quorum durante le elezioni», chiarisce De Pellegrin.

Il continuo afflusso di brasiliani negli uffici comunali di Zoldo e Longarone, non solo ha messo sotto stress l’anagrafe («Ci vorrebbe una persona che sbrighi solo queste pratiche», chiedono all’unisono i due sindaci), ma ha creato anche preoccupaz­ione. «A Zoldo da agosto abbiamo iniziato a ricevere richieste di cittadinan­za da brasiliani che si presentava­no in gruppo, accompagna­ti da una persona un po’ sospetta - ricorda De Pellegrin -. Quando è arrivato a portare 20 persone, abbiamo chiesto quanti ancora ce ne fossero, e lui ha risposto che “sarebbe dovuto arrivare fino a 400”. A quel punto mi sono rivolto alla polizia». Il sospetto è che dietro ci sia un’organizzaz­ione poco lecita. Negli ultimi mesi, infatti, in Brasile si è moltiplica­to il numero di agenzie specializz­ate poco chiare che, dietro pagamento, aiutano l’interessat­o a ricostruir­e la genealogia rintraccia­ndo i documenti necessari per la cittadinan­za.

Alla questura di Belluno, fino ad ora, non sono emerse irregolari­tà nelle pratiche avviate. «Non c’è nessuna inchiesta - spiega il questore Lucio Aprile - anche perché non sembra ci sia nulla di illegale. Il protocollo del 2007 consente a chi ha antenati italiani di fare richiesta di residenza ovunque, non necessaria­mente nel paese di origine. Quindi magari c’è una prima persona che dal Brasile è venuta nel Bellunese, si è trovata bene e ha diffuso la notizia nella comunità».

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Sindaco/2 Roberto Padrin, primo cittadino di Longarone
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Sindaco /1 Camillo De Pellegrin, Val di Zoldo

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