Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Il caso della candidata con la pistola

Politica S’infiamma la campagna elettorale, la sindaca invoca la legittima difesa con foto al poligono e il social blocca tutto Il Pd protesta, Facebook censura il manifesto «web». Ma la leghista: la minacciata sono io

- Madiotto

MIANE (TREVISO) Donna, sindaca e candidata con la pistola. Pronta a sparare per difendere la proprietà. Il manifesto virtuale di Angela Comellere, in lista con la Lega, chiede di votare chi può garantire sicurezza e la ritrae mentre spara al poligono. Sul web di scatena la bufera, Facebook censura il post dopo le proteste e i partiti rivali accusano la Lega di incitare alla violenza.

Dal canto loro gli uomini di Salvini la difendono e lei contrattac­ca: «La minacciata sono io, sul web mi hanno augurato la morte». E promette denunce a tutti gli «haters».

MIANE (TREVISO) Sindaco, donna, candidata alle politiche con la Lega a Treviso, col sorriso sulle labbra e il dito sul grilletto. Pronta a sparare. L’immagine pubblicata su Facebook da Angela Colmellere, accompagna­ta dalla didascalia «Scegli la sicurezza, il 4 marzo sostieni chi può garantirla», è passata in poche ore da manifesto elettorale a polemica. Non ci si poteva aspettare diversamen­te nel Veneto delle armi anche perché il messaggio di quel «santino» virtuale con la pistola in mano è chiaro e netto: «Sostenere il dibattito a favore di una legge sulla legittima difesa, chi difende la propria famiglia non deve ritrovarsi imputato per tentato omicidio, con l’aggravante di dover pure risarcire il criminale» spiega la sindaca.

Il tema è caldo, anzi caldissimo, quando mancano quindici giorni al voto. Solo che stavolta, nella discussion­e sul confine fra la tutela della proprietà privata e il rifiuto della violenza autoassolu­toria, è entrato a gamba tesa il social network, censurando l’immagine della sindaca che è stata in poche ore eliminata dalla sua pagina di Facebook. Colmellere, ha poi raccontato di essere stata minacciata di morte e insultata per la sua presa di posizione, dopo la condivisio­ne di quel manifesto: «Le stesse persone che probabilme­nte hanno segnalato la foto mi hanno augurato ogni male possibile, ingiurie irripetibi­li».

Capolista nel listino plurinomin­ale alla Camera, insegnante, 41 anni, Colmellere è stata eletta sindaco di Miane (Comune di 3.300 abitanti) nel 2009 e confermata nel 2014: il compagno è Giampaolo Bottacin, ex presidente della Provincia di Belluno e ora assessore regionale nella giunta Zaia, sempre in quota Lega.

Il clamore mediatico le ha dato la possibilit­à di ribadire i concetti chiave della campagna elettorale: «La mia posizione è arcinota: l’ipocrisia maggiore è quella di chi ritiene, in un contesto come quello odierno e visti i casi di rapine in casa che si stanno purtroppo ripetendo, che un cittadino debba restare indifeso, dallo Stato e dalla Legge. Il mio impegno è una legge che delimiti nel dettaglio dove esiste legittimit­à e dove un abuso. Questo non servirebbe se lo Stato desse alle forze dell’ordine i mezzi per difenderci, cosa che mi auguro accada».

A due settimane dalla sparatoria di Macerata, mentre ancora si discute del caso Stacchio (il benzinaio che ha sparato al bandito) e della scuola vicentina in cui gli studenti sono andati a lezione di tiro, la foto di una sindaca armata è uno choc. Per il Partito Democratic­o, il manifesto veicola un messaggio da «pistoleri e cecchini»: «La politica va fatta portando rispetto per i cittadini che si vogliono rappresent­are – ha detto il segretario provincial­e Giovanni Zorzi -. Su un tema delicato come la sicurezza servono proposte serie che non lascino il cittadino da solo, non messaggi volti ad alimentare ulteriore e inutile paura». «La violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci – ha incalzato Isabella Gianelloni, che sfida Colmellere nello stesso collegio - diffondere il terrore è scellerato e incoscient­e». «Chi mette in un manifesto una foto come quella dà un preciso segnale: farsi giustizia da sé – ha commentato Laura Puppato, senatrice uscente e ricandidat­a del Partito democratic­o -. Consideran­do che la Lega ha tolto alle forze dell’ordine risorse e mezzi, la cosa è alquanto imbarazzan­te».

Su Facebook il Carroccio ha invece, a più voci, difeso Colmellere: «In attesa che arrivi alla sindaca di Miane la solidariet­à delle più alte cariche dello Stato – ha scritto Roberto Marcato, assessore regionale -, esprimo la mia vicinanza a una donna che con coraggio rappresent­a le nostre istituzion­i». Perché al di là di quella foto ci sono delle minacce reali: i nomi degli «haters» saranno consegnati alle autorità per le indagini.

Ma, col senno di poi, si è pentita di quel manifesto social? «No – chiude Colmellere -. Certo, non mi aspettavo tutta questa polemica, ma è uno sport olimpionic­o, non capisco cosa ci sia di male a sparare in un poligono. Era il 2011, ero a un’esercitazi­one organizzat­a dagli alpini di Vittorio Veneto assieme ad altri sindaci, miravo a una sagoma di cartone. E, per la cronaca, aveva vinto una sindaca del Pd».

Zorzi (Pd)

Su un tema delicato come la sicurezza servono proposte serie non messaggi volti ad alimentare ulteriore e inutile paura

Marcato (Lega)

In attesa della solidariet­à dallo Stato, esprimo la mia vicinanza a una donna che con coraggio rappresent­a le nostre istituzion­i

Gianelloni (Pd)

La violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci e credo che diffondere il terrore sia un atto evidenteme­nte scellerato e incoscient­e

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Il manifesto web della sindaca di Miane Angela Comellere, candidata per la Lega, è stato cancellato da Facebook a causa delle centinaia di segnalazio­ni e richieste fatte dagli utenti web. Non è ancora chiaro se la scelta è stata fatta in automatico...
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Minacce Con un lungo post su Facebook Colmellere ha spiegato come il social network abbia cancellato la sua immagine con la pistola e rivendica la necessità di una nuova legge sulla legittima difesa

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