Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Stop agli hotel, il Comune tira dritto Osservazioni bocciate: pronti i ricorsi
La giunta approva la delibera. Associazioni, proprietari, ex assessori: illegittima
VENEZIA Blocco dei cambi d’uso a Venezia, fra un paio di settimane lo stop a nuovi b&b, affittacamere e hotel diverrà realtà. Martedì la giunta ha approvato la delibera e ora è pronta per il voto, prima, in Municipalità e subito dopo in consiglio comunale. I tecnici di Urbanistica hanno studiato e riposto alle osservazioni presentate da aziende, banche e associazioni. L’iter è iniziato a giugno quando sindaco e assessori hanno approvato il documento con l’obiettivo di porre freno alle trasformazioni di palazzi e appartamenti in ricettivo in centro storico. Dal provvedimento sono infatti escluse isole e terraferma dove si stanno spostando gli interessi di catene e gestori. Solo a Mestre, nell’area della stazione, stanno arrivando 4 mila nuovi posti letto e ne sono potenzialmente «disponibili», altri diecimila. Dopo il voto della delibera, ogni nuova richiesta di trasformazione sarà valutata dal consiglio comunale e solo nel caso di investimenti di qualità, ritenuti di «pubblico interesse», arriverà il via libera.
Come hanno sottolineato più volte il sindaco Luigi Brugnaro e l’assessore all’Urbanistica Massimiliano De Martin, lo scopo è frenare i continui cambi d’uso che impoveriscono la residenzialità a Venezia. «Tra strutture ricettive alberghiere, complementari, extra-alberghiere e turistiche, ci sono 47.229 posti letto per circa 25.400 camere — aveva spiegato l’assessore ai consiglieri — Da oggi inizia
un percorso per bloccarle». L’iter prevede che, dopo l’adozione, il testo sia pubblicato e chiunque, entro un mese di tempo, possa presentare osservazioni: ne sono arrivate undici, comprese quelle di Agata, Associazione delle agenzie di locazioni turistiche a Venezia, e Abbav, che rappresenta i b&b, tutti pronti a fare ricorso contro il provvedimento. Le loro richieste comunque sono state bocciate. Nello specifico, Agata ritiene che la delibera sia «illegittima» perché è mancata la consultazione preventiva del territorio e per «l’omessa pubblicazione sui quotidiani della variante». Inoltre, sottolinea, «le locazioni turistiche non sono nemiche della residenza ma rappresentano per molti la possibilità di continuare a vivere nella città antica». Abbav, invece, chiede di escludere i b&b: «I gestori devono risiedere nella struttura», scrive. Risponde il Comune: «La legge regionale sul turismo inserisce i b&b nelle strutture ricettive complementari». E quindi resta il blocco. Altre due osservazioni
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(respinte) di Volpato costruzioni e Confedilizia che ritengono l’atto illegittimo: «Poggia su presupposti erronei», scrive Confedilizia mentre per Volpato «viola i diritti di proprietà e libera iniziativa». C’è poi il documento firmato da Italia Nostra, Ecoistituto, Venezia cambia, Altro Lido e da due ex assessori all’Urbanistica Gianfranco Vecchiato e Edoardo Salzano. Oltre a ritenere l’atto illegittimo per omessa pubblicazione e mancata consultazione, i firmatari contestano l’uso della deroga per nuovi hotel. «Si può usare solo in casi straordinari — dicono — per il ricettivo non c’è interesse pubblico».
Solo un’osservazione è stata accolta, quella che suggerisce di eliminare gli oneri per i parcheggi ai negozi nel caso in cui con gli alberghi arrivi anche piccolo commercio. Per quanto cassate, le richieste hanno permesso di introdurre chiarimenti alla delibera: il Comune, ad esempio, puntualizza che lo stop alle varianti non tocca trasformazioni già autorizzate.