Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Calvario di un mese muore un’anziana La procura blocca il funerale
VENEZIA Era arrivata al pronto soccorso dell’ospedale di San Donà di Piave lo scorso 8 gennaio, lamentando una forte occlusione intestinale che le causava dei dolori insopportabili. Da lì è stata consigliata subito di andare alla casa di cura Rizzola, poi è stata spostata per volontà dei famigliari all’ospedale di Camposampiero, infine è tornata a quello di San Donà, dove è morta lo scorso 10 febbraio. Un vero e proprio calvario, quello passato nell’arco di un mese da S. M., una donna di San Donà, nata nel 1941, su cui però ora i famigliari vogliono che sia fatta chiarezza anche da parte della procura. Il pm di turno Giovanni Zorzi, una volta ricevuto l’esposto firmato da un legale per conto dei prossimi congiunti, ha per il momento disposto il sequestro delle cartelle cliniche e della salma della donna, sospendendo il funerale, che era già stato fissato. Probabilmente domani il magistrato dovrebbe sciogliere la riserva e decidere se disporre l’autopsia sul cadavere, come si fa spesso nei casi di sospetta malasanità e soprattutto in un caso così complesso.
Secondo la famiglia, infatti, a uccidere la donna sarebbe stata un’infezione sorta dopo l’installazione di uno stent intestinale, un apparecchio meccanico che viene spesso usato per risolvere i problemi di occlusione. In questo caso però la procedura di installazione avrebbe causato una piccola rottura della parete dell’intestino, che avrebbe appunto portato all’infezione fatale. A rendere ancor più difficile la ricostruzione delle responsabilità è il fatto che nell’arco di questo mese la 77enne è stata visitata da molti medici e presa in cura da tanti infermieri e operatori, per cui bisognerà capire nel dettagli chi ha fatto cosa. In questi casi infatti la procura iscrive sul registro degli indagati tutti i sanitari coinvolti, in modo che si possano nominare un legale.