Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Anagrafe ed eventi per i giovani così parco Bissuola può rinascere»
Assemblea con duecento residenti: più iniziative. Onisto: se serve, l’ufficio tornerà
MESTRE «Seicentomila euro per il centro civico di parco Albanese? Senza il presidio dei vigili, senza l’ufficio anagrafe, è solo propaganda». Esasperati e furibondi, i residenti del quartiere Bissuola ieri sera sono tornati ad elencare le loro preoccupazioni in un’assemblea pubblica convocata dalla Municipalità di Mestre proprio per dare voce ai cittadini, alle associazioni e ai comitati. Nell’auditorium erano quasi duecento, seduti sulle sedie a gradoni o sugli scalini, ma anche ammassati sulla porta, tutti ansiosi di dare la propria testimonianza. «Nel 2004 ho comprato all’asta una casa che affaccia sul parco, mi sembrava una zona ideale per vivere con la mia famiglia – ha raccontato Alessandro, dipendente comunale con due figli adolescenti – I problemi ci sono sempre stati, ma oggi vengono alimentati dalle politiche degli “imprenditori della paura”, mentre la polizia gioca al gatto e al topo con i piccoli spacciatori. Intanto però nel parco non si fa più niente, da anni non ci sono iniziative per i giovani».
La mancanza di proposte per ragazzi – o di attività culturali più in generale – affonda però le sue radici anche nelle proteste degli anni passati, come ha ricordato qualcuno dalla memoria più lunga. «Il cinema all’aperto o le serate musicali sono stati stroncati dai residenti dei dintorni, che si lamentavano del rumore – ha sottolineato più di un intervento – Gli appuntamenti a “microfono aperto” sono terminati quando sono arrivati i vigili, chiamati da chi non riusciva a dormire e arrivati durante una lettura di poesie». Ora, comunque, nulla viene più autorizzato: «Anche la festa dei fiori, che animava il parco, è stata trasferita altrove – ha ricordato Giorgia, dell’associazione Arcobaleno – La piazza centrale era stata pensata come richiamo a piazza San Marco e doveva ospitare eventi e festival. È rimasta un cantiere incompiuto». Con l’abbattimento dei «cubi», poi, gli spazi si sono ulteriormente ridotti: «Ci sono tante associazioni, ma pochi spazi, spesso affidati a gruppi più “adulti”, che passano le giornate chiusi all’interno, piuttosto che rivitalizzare il parco – hanno rimarcato gli attivisti presenti – perché non organizzare un calendario per condividere le strutture?».
Ancora più duro l’intervento di Nicolò, del collettivo Lo.Co. di via Piave: «Il Comune si fa forte di 600 mila euro, ma intanto ne ha spesi quasi centomila per abbattere i cubi, senza risultati. Per combattere la droga manda i cani, ma ha gettato via vent’anni di politiche sociali, proprio ora, quando sarebbe utile andare nelle scuole a spiegare cosa sia l’eroina, dopo oltre dieci morti in un anno». Tra le altre proposte le «passeggiate condivise» attraverso il parco, ma soprattutto il presidio dei vigili e il ritorno dell’anagrafe: «I vigili li vogliamo in strada, non negli uffici – ha risposto per l’amministrazione la consigliera comunale di maggioranza Deborah Onisto – Sull’anagrafe invece non c’è nulla di scritto sulla pietra: è stata tolta per motivi di efficientamento, ma se servirà a riportare la serenità il sindaco la farà tornare subito».