Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Anagrafe ed eventi per i giovani così parco Bissuola può rinascere»

Assemblea con duecento residenti: più iniziative. Onisto: se serve, l’ufficio tornerà

- Giacomo Costa

MESTRE «Seicentomi­la euro per il centro civico di parco Albanese? Senza il presidio dei vigili, senza l’ufficio anagrafe, è solo propaganda». Esasperati e furibondi, i residenti del quartiere Bissuola ieri sera sono tornati ad elencare le loro preoccupaz­ioni in un’assemblea pubblica convocata dalla Municipali­tà di Mestre proprio per dare voce ai cittadini, alle associazio­ni e ai comitati. Nell’auditorium erano quasi duecento, seduti sulle sedie a gradoni o sugli scalini, ma anche ammassati sulla porta, tutti ansiosi di dare la propria testimonia­nza. «Nel 2004 ho comprato all’asta una casa che affaccia sul parco, mi sembrava una zona ideale per vivere con la mia famiglia – ha raccontato Alessandro, dipendente comunale con due figli adolescent­i – I problemi ci sono sempre stati, ma oggi vengono alimentati dalle politiche degli “imprendito­ri della paura”, mentre la polizia gioca al gatto e al topo con i piccoli spacciator­i. Intanto però nel parco non si fa più niente, da anni non ci sono iniziative per i giovani».

La mancanza di proposte per ragazzi – o di attività culturali più in generale – affonda però le sue radici anche nelle proteste degli anni passati, come ha ricordato qualcuno dalla memoria più lunga. «Il cinema all’aperto o le serate musicali sono stati stroncati dai residenti dei dintorni, che si lamentavan­o del rumore – ha sottolinea­to più di un intervento – Gli appuntamen­ti a “microfono aperto” sono terminati quando sono arrivati i vigili, chiamati da chi non riusciva a dormire e arrivati durante una lettura di poesie». Ora, comunque, nulla viene più autorizzat­o: «Anche la festa dei fiori, che animava il parco, è stata trasferita altrove – ha ricordato Giorgia, dell’associazio­ne Arcobaleno – La piazza centrale era stata pensata come richiamo a piazza San Marco e doveva ospitare eventi e festival. È rimasta un cantiere incompiuto». Con l’abbattimen­to dei «cubi», poi, gli spazi si sono ulteriorme­nte ridotti: «Ci sono tante associazio­ni, ma pochi spazi, spesso affidati a gruppi più “adulti”, che passano le giornate chiusi all’interno, piuttosto che rivitalizz­are il parco – hanno rimarcato gli attivisti presenti – perché non organizzar­e un calendario per condivider­e le strutture?».

Ancora più duro l’intervento di Nicolò, del collettivo Lo.Co. di via Piave: «Il Comune si fa forte di 600 mila euro, ma intanto ne ha spesi quasi centomila per abbattere i cubi, senza risultati. Per combattere la droga manda i cani, ma ha gettato via vent’anni di politiche sociali, proprio ora, quando sarebbe utile andare nelle scuole a spiegare cosa sia l’eroina, dopo oltre dieci morti in un anno». Tra le altre proposte le «passeggiat­e condivise» attraverso il parco, ma soprattutt­o il presidio dei vigili e il ritorno dell’anagrafe: «I vigili li vogliamo in strada, non negli uffici – ha risposto per l’amministra­zione la consiglier­a comunale di maggioranz­a Deborah Onisto – Sull’anagrafe invece non c’è nulla di scritto sulla pietra: è stata tolta per motivi di efficienta­mento, ma se servirà a riportare la serenità il sindaco la farà tornare subito».

 ?? Le «piramici» ?? Sopra i blocchi di cemento al centro del parco, detti «piramidi» , spesso di radunano giovani sbandati e spacciator­i
Le «piramici» Sopra i blocchi di cemento al centro del parco, detti «piramidi» , spesso di radunano giovani sbandati e spacciator­i

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