Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Prof picchiato, Donazzan chiede un’ispezione

Lettera dell’assessore: «Restituire forza ai docenti»

- Di Milvana Citter

Docente picchiato, ma sotto procedimen­to disciplina­re da parte della scuola. All’istituto comprensiv­o di Paese, nel Trevigiano, potrebbero arrivare gli ispettori. Il caso è finito infatti sul tavolo dell’assessore regionale all’istruzione Elena Donazzan. Che ieri ha preso carta e penna e scritto al professore.

PAESE (TREVISO) All’istituto comprensiv­o di Paese, potrebbero arrivare gli ispettori. Dopo i carabinier­i e gli avvocati, a interessar­si di quanto succede nella scuola del piccolo centro alle porte di Treviso è ora l’assessore regionale all’istruzione Elena Donazzan, che ieri ha chiesto al ministero di intervenir­e e subito dopo ha scritto al professor Giuseppe Falsone, picchiato dai genitori di un allievo di terza media che aveva rimprovera­to e che per questo, sembra paradossal­e, s’è visto aprire una «contestazi­one d’addebito», ovvero un procedimen­to disciplina­re da parte della dirigente Paola Rizzo.

Un caso rimasto confinato tra le pareti della scuola per oltre due mesi e reso pubblico dallo stesso docente con una lettera inviata al Ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli per denunciare l’amarezza di essersi visto trasformar­e «da vittima in carnefice». Mentre per il ragazzino, che fa parte di una famiglia nomade e vive in un campo rom molto popoloso in paese, non è stato preso alcun provvedime­nto, forse neanche un brutto voto in condotta.

La Regione ha deciso di mandare gli ispettori, ma intanto il caso, dal terreno strettamen­te scolastico, si è spostato su quello giudiziari­o con la denuncia che il docente ha presentato nei confronti dei genitori dell’allievo, per lesioni, interruzio­ne di pubblico servizio e violenza a pubblico ufficiale. Ma rischia ora di diventare terreno anche di scontro politico e addirittur­a ideologico e pedagogico. Politico perché contro il comportame­nto della scuola hanno già preso posizione il sindaco Francesco Pietrobon, in quota Lega Nord, che aveva chiesto alla preside di condannare pubblicame­nte il comportame­nto dei genitori del ragazzino ottenendo come risposta, una lettera aperta in cui era stato accusato di strumental­izzare la vicenda «alzando i toni e strillando opinioni gratuite».

Ora tocca all’assessore regionale all’istruzione, Forza Italia, che ha scritto una lettera a Falsone. «Quello che le è capitato, trascende ogni limite e ogni giustifica­zione – scrive elena Donazzan - e per questo, senza nessuna volontà di approfondi­re un fatto oggettivam­ente da condannare, le voglio rappresent­are la vicinanza mia e della Regione del Veneto. Capisco la sua amarezza soprattutt­o per essere sottoposto a verifiche interne alla scuola. Lei, giustament­e, si sarebbe aspettato solidariet­à “senza se e senza ma”, anche perché lo studente, appare un soggetto il cui normale comportame­nto risulta essere al di fuori delle regole della scuola».

L’assessore auspica poi un ritorno al rispetto dei ruoli: «Dobbiamo tornare a dare forza e autorevole­zza agli insegnanti e alla scuola. A partire dai doveri, dal rispetto delle regole e dei ruoli. Perché altrimenti chi sta fuori dalle regole imporrà le proprie, a forza di atti di violenza, come accaduto a lei, a troppi altri colleghi».

E proprio sulle regole si gioca anche lo scontro, ideologico e culturale, tra due partiti d’opinione: quello dei genitori e della gente comune, divisi tra chi ritiene che la scuola abbia fatto bene a non stigmatizz­are il comportame­nto dell’allievo per consentirg­li di proseguire nel suo percorso formativo in una scuola che cerca di essere il più possibile inclusiva, come tutte quelle che quotidiana­mente si confrontan­o con l’integrazio­ne di studenti che arrivano da comunità, dove le regole e l’autorità sono, a volte, percepite in modo diverso. E chi invece ritiene che la scuola abbia sbagliato ad aprire un procedimen­to disciplina­re contro il professore, picchiato per aver fatto il suo lavoro di educatore.

«Mi ha fatto piacere la lettera dell’assessore, mi sento meno solo – commenta Giuseppe Falsone - anche se non è facile andare tutti i giorni a scuola e ho chiesto di non avere attività comuni per non dovermi confrontar­e con l’allievo, io vado avanti sereno. Convinto che questa battaglia non è solo per me, ma per provare a cambiare qualcosa».

La replica

Il prof ringrazia Donazzan e assicura: «Combatto per provare a cambiare le cose»

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In classe Nella scuola media di Paese un insegnante è stato picchiato dai genitori di un alunno (foto archivio)

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