Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Prosecco House, bollicine nel cuore di Londra
Un giorno alla Prosecco House di Londra, primo locale aperto nella City dedicato solo alle bollicine venete. «La titolare, Kristina Issa (in foto): coppie, professionisti, soprattutto donne vengono ogni sera e facciamo il tutto esaurito.
Il giorno dopo San Valentino, in un insolitamente soleggiato pomeriggio londinese, Rachael e Neil Merrett, coppia di quarantenni arrivati da Gloucester per un’annuale vacanza londinese, sedevano su poltroncine di design gialle e verdi pastello, le spalle ad una vetrata con vista sui recenti edifici del lato sud del Tamigi. Le bottiglie dietro il bancone di legno scuro e il menù sul tavolo offrivano un’unica, ripetitiva, scelta: Prosecco, Prosecco, Prosecco. Esattamente quello che i Merrett cercavano.
Aperta il 9 febbraio a One Tower Bridge, sulla riva opposta alla Torre di Londra e dietro al municipio a forma di casco progettato dallo star architect Norman Foster, Prosecco House è il primo locale londinese dedicato esclusivamente alla bollicine venete. La fondatrice, Kristina Issa, ha selezionato cantine venete per un menù pressochè monotematico. Apparentemente, alcuni inglesi non aspettavano altro: «Adoriamo il Prosecco, così prima di venire a Londra abbiamo cercato su Google dove poterlo bere. E siamo arrivati qui», spiegava Rachael Merrett versando un bicchiere da una bottiglia di Prosecco Millesimato Biologico della cantina Tasi. A £7,5 a bicchiere (8,5 euro), £38 (43 euro) la bottiglia, è il più economico di un menù che arriva fino a £13,5 al bicchiere (circa 15 euro) o £68 (77 euro) la bottiglia.
Prezzi che fanno esplodere i veneti in un «Con 12 euro compro due bottiglie buone!» non scompongono gli inglesi. «It’s London - sorrideva Neil Merrett - Ieri abbiamo pagato 22 euro per due gin tonic!». A Londra il Prosecco è ormai un business affermato. Nel settembre 2009 Harpers Wine & Spirits annunciava l’inizio del decennio del Prosecco per la Gran Bretagna. Dal 2008 ad oggi le vendite sono aumentate del 6.000%, calcola la Wine and Spirit Trade Association (WSTA) rendendo il paese il maggiore importatore al mondo di bollicine venete. Oggi in UK sono vendute 85 milioni di bottiglie di Prosecco all’anno, contro i 31 milioni di Champagne, 23 milioni di spagnolo Cava e 3,5 milioni di spumante inglese. Sempre secondo WSTA, il 97% dei giovani tra i 18 e i 24 anni beve Prosecco nonostante il limite legale per bere alcolici sia tecnicamente 21 anni.
Kristina Issa ha tradotto il business del Prosecco nella realizzazione di un sogno. Alle 18:30, pieno orario aperitivo, i tavoli e il bancone della Prosecco House sono tutti occupati. Molte coppie, gruppi di professionisti, con una certa prevalenza femminile, a conferma di uno stereotipo che vede le donne prediligere le bollicine.
Due signore in piedi lamentano che una loro prenotazione online non sia stata rispettata. Issa si affanna per rimediare. «Prendo tutto personalmente. Siamo appena aperti e dobbiamo perfezionare il sistema delle prenotazioni», spiega poi seduta di fronte ad un bicchiere di Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Extra Brut della cantina Rivalta (13 euro). Piccole imperfezioni di un nuovo business a parte, finora le sere della prima settimana della Prosecco House hanno fatto il tutto esaurito. Una 35enne di origine siriano/ucraina con studi alun l’Università di Oxford e carriera nel colosso di consulenza contabile Deloitte, Issa ha scoperto il Prosecco dove è giusto che sia, a Conegliano, attraverso un’amica. «Quando la mia amica Giulia è tornata a Conegliano, dove si è sposata, ho cominciato ad andare a trovarla spesso. Mi sono sempre chiesta come mai a Londra non ci fosse un Prosecco buono come lì».
Alla fine, ha deciso di portarlo lei. La crescente passione per il Prosecco si è unita all’idea di creare un ambiente dove bere drink, diverso dagli esclusivi club per soli membri o dai pub con fiumi di birra e vino mediocre tipici della City.
Issa ha selezionato personalmente sette cantine tra Conegliano, Asolo, Valdobbiadene e Verona: Marchiori, Cirotto, Rivalta, Andreola, Adami, Tasi e Ombra. «La scelta è dovuta alla qualità del Prosecco, poi mi sono appassionata nello scoprire le storie delle famiglie da generazioni completamente dedicate alla loro terra», racconta.
Le reazioni all’idea di un luogo dedicato solo al Prosecco incontrano anche dubbi. Alla perplessità veneta sui prezzi Issa risponde che oltre alle spese di esportazioni e tasse sugli alcolici, si debbano aggiungere i costi di un locale a Londra. Mentre la scelta di mettere in lista un vino di Verona, della giovane cantina Tasi, è per rispondere alla frequente richiesta di vino biologico e vegano, spiega Issa.
Per altri, il Prosecco resta un cugino povero dello Champagne: «Per quanto buono, non sono sicuro che il Prosecco meriti degustazione quanto lo Champagne», osserva Davinder Dhadday, avvocato londinese, con una ventennale frequentazione di club del centro e chiara predilezione per i vini francesi. «Un trend è un ‘trend’, passeggero, per una ragione», commenta. La complessità di un Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg «5 Varietà Integrale” della cantina Marchiori (15 euro) , fatto con cinque varietà diverse d’uva, per un momento lo fa ricredere: «Quasi a livello di Champagne», ammette.
Costretto da orari da aperitivo, il locale inizia a svuotarsi un po’ dopo le 20. Al pomeriggio i Merrett assicuravano che la loro passione enologica li avrebbe presto portati in Veneto. «Qui – dice Kristina Issa - tutti conoscono la Toscana, la Puglia inizia ad essere una destinazione turistica popolare. Del Veneto si conosce solo Venezia. La gente non ha idea che il Prosecco viene dal Veneto. Ma la regione merita di essere conosciuta».
L’imprenditrice
Issa, siriano-ucraina, laureata a Oxford, racconta il business: studio le vostre famiglie