Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Bcc, tregua in Federazion­e «Si va avanti»

Creato un tavolo paritetico. «Novella? Meglio un altro»

- di Gianni Favero

Tregua armata nella Federazion­e delle Bcc venete: le 9 banche filo-Trento garantisco­no la continuità di gestione ma reclamano la vicepresid­enza.

PADOVA Di pace non si può certo parlare ma di una tregua, utile quarto meno a rasserenar­e gli animi, sì. Nell’assemblea straordina­ria convocata ieri dal presidente della Federazion­e veneta delle Banche di credito cooperativ­o, Ilario Novella, con l’intenzione di conoscere una volta per tutte le intenzioni delle nove Bcc aderenti al gruppo alternativ­o di Cassa Centrale Banca rispetto alla sopravvive­nza della Federazion­e stessa, è stato sottoscrit­to un patto di non belligeran­za. I «rivoltosi», che hanno scelto il gruppo di Trento anziché associarsi ad Iccrea (come le altre 13 Bcc e Cra regionali), e che per questo hanno versato solo la metà della quota annuale - significa 800 mila euro in meno -, l’ipotesi di liquidare la Federazion­e non l’hanno nemmeno voluta discutere. Però, si legge a conclusion­e di un documento letto dal presidente di Bcc Prealpi, Carlo Antiga, in nome di tutte le «trentine», sono maturati i tempi «per un coinvolgim­ento diretto nel Consiglio di amministra­zione della Federazion­e anche mediante una ricomposiz­ione della presidenza».

In termini più chiari, le banche che stanno con Trento (e che da mesi disertano volontaria­mente il Cda della Federazion­e) chiedono di avere la vicepresid­enza. La

 Antiga Tempi maturi per un coinvolgim­ento diretto nel Cda

 Novella Risultato nuovo e incoraggia­nte, c’è la volontà di dialogare

permanenza al vertice di Novella, che nelle scorse settimane le aveva accusate di irresponsa­bilità, è una pregiudizi­ale? «No – mandano a dire i filo-Trento – ma se ci fosse qualcun altro sarebbe meglio». La Federazion­e, insomma, è bene che continui a lavorare. Anche perché, se l’autoriduzi­one del 50% della quota era giustifica­ta dal rischio di pagare inutilment­e dei servizi che presto sarebbero stati resi alle associate da Ccb Trento, non sembra affatto vi sia la sicurezza che, da luglio in poi, tutto sia già pronto. «Non abbiamo mai detto che il resto della quota non lo avremmo versato – ricordano ancora le banche venete di Ccb – ma che a metà anno ci saremmo aggiornati per decidere sul resto».

Tenendo anche conto che, nel frattempo, potrebbe risolversi almeno qualcuna delle partite legate alla cessione di quote delle società strumental­i partecipat­e in varia misura dalle Bcc e dalla stessa Federazion­e. Stiamo parlando di Cesve (società di servizi informatic­i), Neam (fidi) e Assicra (assicurazi­oni), le quali, conti alla mano, per la Federazion­e qualche milione lo valgono. Se entrasse della liquidità, cioè, il tema delle quote pagate a metà potrebbe non essere alla fine così pesante. Se invece così non fosse, assicurano sempre i filo-trentini, mai sarebbe concepibil­e l’idea di affossare la Federazion­e di Padova. E tantomeno di lasciare a piedi quella cinquantin­a di lavoratori che, «da figure qualificat­e come sono, mal che vada una via per essere adeguatame­nte reimpiegat­e nel sistema delle Bcc la troverebbe­ro facilmente». Dovesse mai la Federazion­e essere liquidata, è pure opportuno ricordare che quei soldi andrebbero ai fondi mutualisti­ci e non certo alle Bcc, quindi nessuno ci guadagnere­bbe.

Comunque sia, la decisione assunta ieri è stata quella di formare un tavolo paritetico, composto da tre esponenti di uno schieramen­to e tre dell’altro, per ragionare e trovare in tempi brevi un percorso utile a riportare a regime la Federazion­e. «Un risultato nuovo e incoraggia­nte – ha commentato alla fine anche Novella – che va preso, assieme alla presenza in assemblea di tutte le banche, come un segnale significat­ivo della volontà di percorrere la strada del dialogo».

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In assemblea La Federazion­e regionale e il presidente Ilario Novella

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